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Sete di sangue

Regia di Rod Hardy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sete di sangue

di undying
3 stelle

Il mito del vampiro (con discendenza nobile, nientemeno che Erzsébet Báthory) si (con)fonde con un blando sottotesto critico. Come già nel film di Questi (La morte ha fatto l'uovo), le famiglie aristocratiche si alimentano con il sangue dei più indigenti. Addirittura confinati in una sorta di fattoria D.O.C.

 

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Kate (Chantal Contouri) passa le giornate tra gli impegni lavorativi e l'affetto del compagno Derek (Rod Mullinar), finché un giorno viene sequestrata e condotta di fronte al dott. Fraser (David Hemmings). Al cospetto di un ristretto numero di convenuti, le viene rivelata la sua vera natura: come discente della contessa Erzsébet Báthory, anche lei è una vampira e deve essere iniziata alla "Fratellanza", un elitario gruppo di succhiasangue che si è organizzato istituendo, nel 1939, una fondazione che gestisce una "fattoria" o sorta di comune (popolata da donatori di sangue in prigionia), nella quale il prodotto alimentare è sottoposto a rigidi controlli medici, finalizzati ad ottimizzarne la qualità. Kate viene quindi costretta a subire un trattamento idoneo a stimolare la sua reale natura, della durata di due settimane, durante le quali i ricordi della sua vita reale si confondono con una serie di allucinanti visioni.

 

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Stando all'imdb, il regista australiano Rod Hardy, quando nel 1979 realizza questa pessima sceneggiatura di John Pinkney, viene dalla direzione di episodi per serial televisivi. Con Thirst quindi, ufficialmente, debutta nel lungometraggio. Nonostante a lui non sia da attribuire l'inconsistente trama, e a dispetto di un incomprensibile premiazione al Sitges - Catalonian International Film Festival, dopo questa esperienza torna a dirigere prevalentemente film TV ed episodi di svariate serie (anche di X-Files).

 

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Nel tentativo di affrontare il tema dei vampiri in maniera originale (sembra quasi di assistere ad una versione -con cristiani invece di polli- del film di Questi, La morte ha fatto l'uovo), lo sceneggiatore compone una serie di confuse sequenze che oscillano tra sogno e realtà, dovute al trattamento cui viene sottoposta la brava protagonista. Sorvolando su due nomi interessanti presenti nel cast (Silva fa una serie di comparse quasi subliminali, e poco più consistenti appaiono quelle di Hemmings), Thirst è il classico esempio di film molto ben fatto (per fotografia, colonna sonora, effetti speciali) ma con una storia al limite del vedibile.

 

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Rimangono in memoria: le belle sequenze in cui Kate, in preda alle allucinazioni, osserva i muri sgretolarsi e gli specchi deformarsi; il look dei vampiri che mutano pochi istanti prima di nutrirsi, manifestando appuntiti canini e occhi rossi luccicanti; le spericolate peripezie con elicottero (nel finale) durante la realizzazione delle quali la controfigura di Silva ha -evidentemente- rischiato la vita. Per il resto, siamo dalle parti della più assoluta noia, e non è un caso se il pubblico dell'epoca -nelle sale estere in cui è uscito- ne ha decretato il meritato flop commerciale. Una curiosità circa il mistero del titolo italiano -Sete di sangue- che non è ben chiaro perché sia rimasto attribuito al film nel tempo. Inedito nel nostro paese, tutt'oggi fruibile solo in lingua inglese e senza sottotitoli, Thirst ha fatto una veloce comparsa al primo Fantafestival (1981) -proprio come Sete di sangue- per sparire poi definitivamente dalla circolazione.

 

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