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Lo Stato contro Fritz Bauer

Regia di Lars Kraume vedi scheda film

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La recensione su Lo Stato contro Fritz Bauer

di laulilla
6 stelle

Il contenuto di questo film è storico e non è neppure una novità per chi aveva visto, nel corso di quest’anno,  Il labirinto del silenzio, prodotto in Germania per la regia dell’ italo – tedesco Giulio Ricciarelli, al suo primo lungometraggio.
L’argomento, comune a entrambi i film, è la ricostruzione dei fatti che avevano permesso ai tedeschi di fare finalmente i conti col passato nazista del loro paese, quando fra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 un gruppo di giudici, guidati da un coraggioso pubblico ministero, aveva raccolto (nonostante l’opposizione strisciante,ma fermissima delle autorità politiche, giudiziarie e della polizia investigativa) le testimonianze dei pochi sopravvissuti ai campi di sterminio e, sulla base di queste, aveva intentato un processo alle S.S. di Auschwitz (il processo di Francoforte iniziato il 20 dicembre 1963). Quel pubblico ministero (che nel film di Ricciarelli, insieme al giovane Randmann, assommava nel personaggio anche altri magistrati impegnati in quel compito) era in realtà un grande giurista ebreo di nome Fritz Bauer. Alla sua figura e al suo lavoro è dedicato questo film. Egli per tutta la vita aveva profuso le proprie energie per perseguire i delitti dei nazisti, coll’obiettivo ambizioso di far catturare, per processarli in Germania, i due criminali nazisti che, sfuggiti al processo di Norimberga, avevano trovato rifugio in Argentina: Adolf Eichmann e Josef Mengele. Proprio questo era ciò che in Germania quasi tutti temevano: nessuno aveva voglia di far riemergere la vergognosa storia più recente, ora che la ricostruzione dalle rovine della guerra aveva fatto pensare che non fosse il caso di riaprire vecchie piaghe e ferite, anche perché il paese era ormai saldamente ancorato a una costituzione democratica, ritenuta una garanzia più che sufficiente affinché non si ripetessero le nefandezze del passato. Da quel passato, però, proveniva la maggioranza dei funzionari statali, fatti rientrare rapidamente non solo negli uffici pubblici, ma soprattutto nei gangli vitali dell’ amministrazione dello stato: di lì orientavano  scelte e indirizzi politici, occultavano i documenti più compromettenti degli anni del nazismo e raccoglievano dossier per screditare le denunce e bloccare le iniziative di chiunque volesse ottenere giustizia; una vera macchina del fango, ora, stava per essere utilizzata contro  lo stesso Bauer, di cui erano noti gli orientamenti omosessuali.
Non solo di questo ci racconta il film, ma ci parla anche degli intrecci fra questa situazione torbida e gli interessi economici oltre che politici che, coinvolgendo gli alleati americani, si frapponevano pesantemente all’emergere della verità su Auschwitz, nonché, perciò, alla cattura dei due criminali in fuga, sui quali venivano artatamente sparse le voci più inattendibili. Quando Fritz Bauer fu pienamente cosciente di questa situazione cercò e infine ottenne l’aiuto del Mossad, il potentissimo servizio segreto israeliano, grazie al quale la cattura di Eichmann avvenne abbastanza rapidamente, anche se costò a lui l’accusa, da parte dello stato tedesco, di alto tradimento, per essersi rivolto ai servizi segreti di uno stato straniero! L’11 aprile del 1961 presso la corte distrettuale di Gerusalemme iniziò processo pubblico contro Adolf Eichmann, seguito da intellettuali e giornalisti di ogni parte del mondo: nessuno avrebbe più potuto ignorare!

Una buona ricostruzione storica e un buon ritmo narrativo caratterizzano un film certamente interessante e straordinariamente recitato da Burghart Klaußner.

 

 

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