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The Here After

Regia di Magnus von Horn vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Here After

di alan smithee
7 stelle

Il reinserimento di John nella società sconvolta da un gesto tremendo di due anni prima, si rivela più che altro una scintilla che accende in molti istinti incontrollati di intolleranza e atti di violenza senza controllo. Una società ordinata e razionale, ora succube del desiderio di farsi giustizia.Tra Haneke e Dumont, un nuovo autore da seguire

Ulrik Munther

The Here After (2015): Ulrik Munther

FESTIVAL DI CANNES 2015 - QUINZAINE ES REALISATEURS

C'è una foto del manifesto del film che spiega meglio di ogni altro fatto o racconto i sentimenti che animano i cittadini di un piccolo centro alla notizia che il giovane John sta per essere messo in libertà dal carcere minoirile che lo ha accolto per due anni dopo che il suo gesto ha lasciato sgomenti e nel dolore tutti costoro: tanti bei ragazzi giovani e sorridenti, al centro dei quali campeggia il volto cancellato e graffiato del ragazzo, altrettanto bello e giovane, ma devastato da una furia che mira a toglierlo dalla vista di tutti.

The Here After review

Cosa sia successo due anni prima il giovane promettente regista svedese Magnus Van Horn non si cura di chiarirlo nei dettagli; ma sappiamo che John si è reso responsabile di un gesto molto grave, sconvolgente, inspiegabile, e soprattutto imperdonabile, ai danni della sua fidanzatina coetanea.

Il padre lo va a prendere e cerca di inserirlo nello stesso contesto di una comunità che invece non vorrebbe rivederlo, per non ritornare con la memoria alla tragedia.

La scuola non può che far buon viso a cattiva sorte, e lo riaccoglie nel suo ambiente.

Ma situazioni incandescenti e atti di spietata intolleranza emergono sempre più come episodi tutt'altro che isolati, inducendo il padre a riconsiderare i propri propositi, e conducendo il giovane verso una situazione di stress che diviene sempre più ingestibile e allucinata.

Ulrik Munther

The Here After (2015): Ulrik Munther

Ulrik Munther

The Here After (2015): Ulrik Munther

Ulrik Munther

The Here After (2015): Ulrik Munther

In una società che spicca per la sua freddezza tutta nordeuropea, dove i sentimenti ferini ed istintivi maturano sottopelle celati da apparenti calme e implacabilità espressive, che lasciano spesso il posto a repentini scatti di violenza incontrollata, Van Hprn sceglie di raccontare il minimo indispensabile, risparmiandoci i dettagli che è meglio intuire che ottenere esplicitati o svelati. 

Lo stile di regia, secca e glaciale che non orevede accondiscendenze o ripensamenti emotivi, ben si assesta ll'interno di una società in apparenza perfetta, ma in grado di dare il peggio di sé quando si tratta di riconsiderare certi comportamenti o permettere a chi si è reso inaccettabile, di tentare di riabilitarsi trovando almeno una seconda chance per farsi accettare come essere umano.

Un'atmosfera rurale tutt'altro che bucolica, campi e trattori giganteschi che li solcano e stravolgono secondo regole prestabilite ed inviolabili dettate dalla necessità di sfruttamento e dalla razionalità dei processi produttivi, ricorda certo cinema del primo Dumont, trasferito più a nord, in mezzo ad una popolazione ancora più razionale ed inquadrata, ordinata, organizzata, e proprio per questo incapace di prendere anche solo in considerazione l'ipotesi di una eventuale riabilitazione.

Magnus von Horn

The Here After (2015): Magnus von Horn

Una famiglia di soli uomini in cui la violenza scatta imprevista ed incontrollata anche presso le generazioni più mature, un'altro nucleo straziato di cui rimangono solo brandelli di ricordi e camere con ricordi che fanno male; un protagonista che stenta ad accettarsi, ma desidera provare a ricominciare, salvo poi arrendersi e offrorsi in sacrificio alla furia incontrollata di chi è sopravvissuto al dolore e alla perdita, ma non è in grado di rassegnarsi. 

E forse questo gesto estremo e spiazzante è il solo atto sensato che consente a chi non riusciva a trovare ragioni per perdonare, di comprendere almeno la gravità del proprio atteggiamento.

The here after, ovvero quell'"indomani" tutt oincognite e nubi fosche all'orizzonte, è un film che devasta dentro e un'opera che ci presenta un cinesta trentenne con una spiccata personalità, uno stile interessante che disturba ed affascina: un nome da tener d'occhio con molta attenzione e da cui è lecito aspettarsi un futuro cinematograficamente molto promettente.

 

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