Regia di David Lynch vedi scheda film
Il ritrovamento di un orecchio nella campagna vicino casa trasporta Jeffrey, studente liceale, in un’avventura macabra e lo porta a conoscere individui strani e pericolosi. Alle spalle della provincia cittadina americana soleggiata, col pratino verde e i sorrisi tra vicini c’è, nascosta e ben mimetizzata, un mondo in cui le persone cambiano, annullando le loro inibizioni violente e sessuali: Dorothy Vallens canta in un night club, è bella e sensuale ma la sua è una copertura per nascondere il timore per il rapimento del figlio, e il suo piacere nel provare dolore durante l’amplesso è, ovviamente, riconducibile alla terribile situazione che sta vivendo. Ma nessuno si salva dalla spirale, neppure il caruccio protagonista, che viene rapidamente catturato dalla corrente. Questa è la peculiarità, la forza motrice di “Velluto blu”, che alcuni fan del buon David Lynch esaltano a capolavoro (a torto, secondo il mio modesto parere). Per il resto ci troviamo di fronte ad un noir di alto livello (ma la magnificenza di “Mulholland Drive” dello stesso regista è ancora abbastanza lontana) con buone interpretazioni di Kyle MacLachlan e Dennis Hopper ma i personaggi in scena sono forse troppo poco modellati, non allontanandosi da stereotipi già precompilati. Stupende le musiche di Badalamenti.
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