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Cabin Fever

Regia di Travis Zariwny vedi scheda film

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La recensione su Cabin Fever

di undying
6 stelle

Eli Roth produce e scrive il remake del suo film d'esordio. Di fatto, rispetto al modello non cambia un virgola ma solo il parco attori (sostituiti, ovviamente, non essendo più teenagers quelli del 2002). Interessante se non si è visto l'originale altrimenti rimane un doppione, senza alcun significato se non quello "economico".

 

locandina

Cabin Fever (2016): locandina

 

Cinque collegiali -Jeff, Marcy, Paul, Karen e Bert- raggiungono una baita di montagna, con l'intenzione di passare il week end prendendosi una pausa dalla frenesia della vita ordinaria. Mentre si formano due nuove coppie, Bert si diletta con un fucile dando la caccia a qualche animale. Per una disattenzione, il ragazzo colpisce un uomo che sembra versare in condizioni critiche: il suo aspetto non è normale, principalmente a causa di svariate ferite sulla pelle del viso. Bert, invece di prestare soccorso fugge, senza fare parola dell'accaduto agli amici.

 

Nadine Crocker, Dustin Ingram, Samuel Davis

Cabin Fever (2016): Nadine Crocker, Dustin Ingram, Samuel Davis

 

Eli Roth mette mano direttamente, in ruolo di produttore e co-sceneggiatore, al remake del suo film d'esordio, Cabin fever (2002). Alla regia, il semi-esordiente Travis Zariwny, all'epoca con all'attivo il misconosciuto film di fantascienza Scavengers e da noi sdoganato nelle sale, per la prima volta, solo questo anno con The midnight man (anche questo in realtà del 2016). Nel complesso la parte tecnica del film è di ottima qualità. Le affascinanti scenografie vengono riprese con cura dalla dinamica macchina da presa, grazie anche al notevole lavoro effettuato dal tecnico della fotografia; mentre sopra la media appaiono le interpretazioni, la colonna sonora e gli effetti speciali. Resta invece un enorme punto interrogativo sull'utilità dell'operazione -che arriva dopo ben due sequel- considerato il breve tempo passato tra l'uno e l'altro, perché Cabin fever 2016 ripercorre pedissequamente il film originale, senza cambiare di una virgola la sostanza narrativa. Logico quindi che, essendo un film riuscito il primo anche questo è interessante, avendo Roth mantenuto l'attenzione sugli stessi spunti polemici, costituenti il piano nascosto di lettura, ovvero quello dei rapporti (d'amicizia, d'amore o di circostanza socialmente aleatoria) destinati a frantumarsi di fronte alla paura del contagio. Quindi forte rimane la perplessità sull'operazione. Sarebbe come se, in pittura, avessero chiesto al da Vinci di rifare la Gioconda, esattamente uguale e nella stessa posa, a distanza di pochi anni. Certo, il Cabin fever originale, per quanto ben realizzato, non è di certo un capolavoro (a differenza dell'opera di Leonardo) e questo remake a maggior ragione diventa qualcosa che, pur se riuscito, proprio non ha senso. 

 

scena

Cabin Fever (2016): scena

 

Due brani dalla colonna sonora di Kevin Riepl:

There's no road

The clean-up

 

Dustin Ingram

Cabin Fever (2016): Dustin Ingram

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