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La nipote del prete

Regia di Sergio Grieco vedi scheda film

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La recensione su La nipote del prete

di undying
4 stelle

Inefficace commedia sexy con spunti narrativi interessanti (lo zio prete costretto ad ospitare una svedese naturista) ma poco approfonditi in sceneggiatura. Molto carina Cristina Amodei, la protagonista, unica ragione che può indurre a visionare un film altrimenti privo di contenuto.

 

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A seguito dell'improvvisa morte del padre, Desirée (Cristina Amodei) - una graziosa svedese naturista - giunge in un piccolo paese di provincia italiano, per essere ospitata dallo zio Don Giacinto (Luigi Bonos). Quest'ultimo è un prete e sin da subito la presenza della disinibita fanciulla (che legge libri di Karl Marx, Mao Tse-Tung e Che Guevara) attira la curiosità dei residenti. Anche perché Desirée ha l'abitudine di fare ginnastica nel giardino limitrofo all'abitazione senza nulla indossare, rapendo così l'attenzione di un vicino curioso (Giancarlo Zanetti), quindi dei ragazzi della zona. Dopo essersi concessa a un coetaneo, Desirée stimola l'interesse del cugino Gelsomino, il figlio di un altro zio che - in barba al contesto religioso - non disdegna di cornificare la moglie con una governante di colore (Beryl Cunningham).

 

"Italians romantic, sempre parlare d'amore..." (Desirée)

 

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Sergio Grieco (1917 - 1982) dopo una lunga militanza nel cinema italiano in molteplici ruoli (a partire dal 1939 come segretario di edizione) a metà anni '70 cerca di sfruttare il filone emergente della "commedia sexy".  Lo fa girando questa economica pellicola nelle Marche (le automobili sono targate Ancona), scrivendone anche la sceneggiatura, giusto un paio d'anni prima di realizzare La belva col mitra. Per il ruolo di protagonista sceglie la splendida Cristina Amodei, qui al debutto come attrice, celata dietro lo pseudonimo di Crippy Yocard, mentre per il resto del cast si affida a nomi poco significativi, con eccezione di Luigi Bonos, il cui ruolo è comunque molto limitato, e a quello della né punto né poco (in questo contesto) sensuale Beryl Cunningham, stellina di colore già ingaggiata da Alberto Cavallone (Le salamandre, 1969) e dal compagno Piero Vivarelli ne Il dio serpente (1970). Ne esce un film del tutto privo di sostanza, con una storia poco credibile che punta sul mito delle "svedesi" (in questo caso la protagonista sarebbe però figlia di un italiano all'estero), vera fissa delle distribuzioni cinematografiche a taglio erotico, non solo italiane dato che in Francia il film circola come Une suèdoise sans culotte (così i titoli di testa anche nell'unica versione tricolore) e, con titolo alternativo, Une Suédoise coquine coquine

 

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La nipote del prete: manifesto alternativo 

 

Per il resto rimane ben poco da aggiungere sul prodotto, dato che la comicità non è qui di casa trattandosi di una pellicola che ha senso unicamente per la presenza di una gran bella ragazza, disinvolta e a suo agio quando viene ripresa senza vestiti. Magari in frizzanti corse all'aperto, in mezzo al verde, spiata da qualche guardone. Quanto al fatto che la Amodei in seguito finisca sulle pagine di Playboy (vedi foto in appendice), è un'ulteriore conferma della straordinaria bellezza dell'attrice.

Del film, distribuito ormai oltre vent'anni fa in un ciclo di VHS della Shendene & Moizzi (a cura di Nocturno Cinema) si sono poi perse del tutto le tracce, restando quella (forse) l'unica edizione mai apparsa in home video. La breve durata (sui 70 minuti), accostata alla titolazione francese, lascia intendere che potrebbe essere stato anche manipolato per il mercato transalpino, probabilmente con aggiunta di inserti hard. Questa è solo una pura supposizione, avvallata però dal manifesto francese nel quale la scritta "interdìt aux mineurs" rende del tutto plausibile l'ipotesi.

 

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La nipote del prete: manifesto della versione (probabilmente a luce rossa) francese 

 

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La nipote del prete: flano pubblicitario

 

740full-crippy-yocardCrippy Yocard in posa per Playboy

 

"La nudità, nell'ambito delle civiltà occidentali, è divenuta oggetto di un divieto assai pesante e generalissimo, benché al giorno d'oggi si tenda a mettere in discussione ciò che un tempo pareva un fondamento incrollabile." (Georges Bataille)

 

F.P. 05/06/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 72'57")

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