Regia di Enzo Monteleone vedi scheda film
1992, un giornalista italiano viene inviato a Sarajevo, sotto le bombe della guerra civile. Richiamato in patria dopo poco tempo per un nuovo incarico in tv, l'uomo tentenna, rientra, ma decide infine di tornare a Sarajevo e lì adattare una bambina.
Tratto dal romanzo autobiografico di Franco Di Mare Non chiedere perchè, il film è una storia crudelmente vera raccontata però con i debiti toni da fiction televisiva nella sceneggiatura firmata da Enzo Monteleone in collaborazione con Beppe Fiorello, che ha elaborato anche il soggetto insieme ad Andrea Porporati e Monica Zapelli. Un lavoro "liberamente ispirato" alle pagine del giornalista Rai Di Mare: i termini utilizzati nei titoli di testa già specificano che la realtà è passata da queste parti, ma non ha necessariamente avuto queste precise sembianze; al di là di inverosimiglianze, dialoghi retorici ed emozioni facili, il valore di L'angelo di Sarajevo è comunque innegabile. Sul piano narrativo la durata smodata (due puntate da cento minuti ciascuna), dettata dalle esigenze del piccolo schermo, penalizza il ritmo e porta a una rarefazione della trama che rende il prodotto fruibile anche al pigro e distratto pubblico domestico; dal punto di vista della confezione invece il film sembra più solido e compatto, naturalmente grazie in primis al mestiere di Monteleone, già autore di vari lavori di impatto 'civile' per la tv di Stato. Fiorello è il protagonista centrale, al suo fianco troviamo fra gli altri Bruno Armando, Luca Angeletti, Emanuela Grimalda e Adnan Haskovic. 4/10.
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