Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Ancora un volta Kore eda torna ad esercitarsi sul tema centrale della sua filmografia, quello della famiglia. Questa volta l'occhio del regista maestro nell'osservazione delle dinamiche familiari e domestiche non si posa sulle relazioni tra generazioni diverse quanto quelle “orizzontali”, tra sorelle.
Le tre sorelle Kouda, tra i 20 e i 30 anni, Sachi la maggiore, infermiera, Yoshino,impiegata di banca e Chika, la minore, commessa in un negozio di articoli sportivi, vivono sole nella casa di famiglia da quando la loro famiglia si è sfasciata per l'abbandono del padre, andato via per stare con un'altra donna, a cui è seguito quello della madre. Le tre sorelle hanno imparato a cavarsela da sole, condividendo dolori e gioie della vita quotidiana, sotto la guida di Saichi, che ha dovuto fare da madre per le sorelle minori. Quando giunge la notizia della morte del padre, le ragazze si recano al funerale, dove incontrano Suzu, la figlia adolescente del padre e della sua seconda compagna, nel frattempo deceduta. La ragazza è quindi rimasta sola, poiché la terza compagna del padre è per lei un'estranea incapace e disinteressata ad occuparsene: per questo le tre sorelle decidono di proporre a Suzu di trasferirsi a vivere con loro. Nonostante Suzu sembri adattarsi armoniosamente alla nuova vita con le sorelle e nella nuova comunità, per loro la presenza della ragazza non può non ricordare il naufragio della loro famiglia ed il senso di abbandono provato per essere state lasciate sole da entrambi i genitori. Ma sarà proprio grazie a lei se riusciranno alla fine a perdonare gli errori e riconciliarsi con il passato della loro famiglia.
Il regista come al solito ci regala scene di poetica bellezza (la migliore: la corsa in bicicletta nel tunnel di ciliegi in fiore), ma, più che in altre opere del regista nipponico, l'attenzione sembra incentrarsi sulla costruzione dei personaggi, soprattutto quello della sorella maggiore Sachi, vero fulcro del film. In questa atipica famiglia Sachi, il personaggio più bello del film e uno dei più belli di tutta la filmografia di Kore eda, deve interpretare un ruolo materno nei confronti delle sorelle ed in particolare con Suzu: per questo si sente in dovere di mostrarsi più disciplinata e severa, ma al contempo si trova invischiata in una insoddisfacente relazione con un uomo sposato, col rischio di ripetere gli errori che imputa con severità ai genitori. I suoi difficili rapporti con la madre, che suscita la sua irritazione ricomparendo improvvisamente col proposito di vendere la casa in cui le sorelle abitano, sono un altro aspetto fondamentale di questo affresco familiare.
Come certamente si aspetta chi conosce Kore eda, i conflitti e le tensioni familiari raccontati nel film non esplodono mai in scenate drammatiche o lacrimevoli piagnistei: il regista ci fa entrare nella vita delle protagoniste in punta di piedi, con il consueto pudore e delicatezza, mostrandoci gli episodi, tristi o felici, della vita quotidiana scorrere lentamente ma armoniosamente, in un contesto in cui le lacerazioni dei legami familiari causate dai genitori vengono in qualche modo compensate dal rafforzarsi dei legami tra le sorelle: in Kore eda la famiglia, in un modo o nell'altro, è sempre la risposta vincente. Nonostante il film scorra senza particolari colpi di scena, Kore eda riesce un'altra volta ad avvincerci con la sua grazia poetica e a farci innamorare dei suoi personaggi, che dopo due ore di visione siamo rattristati di dover lasciare.
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