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Cartel Land

Regia di Matthew Heineman vedi scheda film

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La recensione su Cartel Land

di Mulligan71
8 stelle

Il confine fra il Messico e gli Stati Uniti, è labile, effimero, segnato da una rete piena di buchi, da fili metallici arrugginiti, da un deserto che diventa altro deserto. Così come quel confine, geografico, è quello morale, umano: la distinzione fra il bene e il male non esiste più, ognuno s'arroga, armi alla mano, di essere difensore di qualcosa, della famiglia, della patria, dell'orgoglio, dei soldi, della pace. Heineman ci porta dritti laggiù, fra l'Arizona e il Messico dei cartelli della droga, che sono, attualmente, i maggiori fornitori di sostanze stupefacenti del mercato nord americano. Lo fa da protagonista, telecamera in mano, "embedded", come si suol dire, e ci trascina, con grande forza, nel pieno di questa guerra non dichiarata. Da un lato troviamo le milizie di paramilitari americane, violentemente anti governative, che pattugliano la frontiera dell'Arizona a modo loro, armati di tutto punto, e con una loro precisa filosofia, che si rifà direttamente al vecchio west: qui non esiste nessuna legge. Nel cuore del Messico, nello stato di Michoacán, il protagonista è invece "El Doctor" Mireles, un cittadino che è riuscito a organizzare, nel 2014, un fronte di auto difesa, di caratteristica popolare, nel tentativo di sgominare uno dei tanti, terribili, cartelli della malavita messicana. La cosa avrà un temporaneo successo, fino a quando il governo messicano non gli imporrà delle regole, corrompendo l'idea, vincente, di base. Heineman non solo racconta tutto questo, ne fa la cronaca, cruda e spietata, per certi versi terribile, ma dimostra come queste piccole o grandi battaglie più o meno personali, siano destinate al fallimento, soggiogate ai poteri forti che tutto corrompono. E' un documentario che toglie la speranza e che lascia ferite aperte, domande senza risposta, solitudini. E' un lavoro di straordinaria attualità e levatura, che aiuta anche a comprendere l'America attuale, quella che vota Trump, per esempio. Il Messico e gli Stati Uniti, guardando questo reportage di guerra, paiono già due nazioni al collasso, civile e umano. Spaventoso, necessario, bellissimo.

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