Regia di Steno vedi scheda film
Altro film, uno dei tantissimi all'interno della filmografia di Totò, piuttosto misero quanto a trama ma pienamente salvato dal genio sulfureo di un principe della risata qui in piena forma.
Eccoci di fronte ad un altro tassello, l'n-simo, di quello straordinario mosaico che la filmografia di Totò rappresenta. (Quasi) tutti tali tasselli sono lungi dall'essere cinematograficamente inappuntabili, e questo “Totò, Eva e il pennello proibito” non fa eccezione, eppure il risultato globale del mosaico è assolutamente straordinario. E infatti, anche questa volta il film sarebbe scarsino, ammettiamolo, con una trama striminzita stiracchiata all'inverosimile per trasformarla in un lungometraggio. Ma Totò è in gran forma, erano d'altronde questi a cavallo tra i '50 e i '60 i suoi anni migliori, e tiene in piedi da solo la baracca, regalando momenti di notevolissima ilarità. Magnifico, tra gli altri, vederlo ballare un flamenco molto 'decurtisiano' che chiude poi tirando un ceffone al torero che gli insidia la donna. Due piccole curiosità: nella scena al commissariato, è visibilissimo il vapore che esce dalle bocche sia del commissario (interpretato da Luigi Pavese) sia del torero, cosa piuttosto strana che fa pensare a qualche problema con il riscaldamento nello studio utilizzato per girare la scena. L'altra riguarda invece la distribuzione del film: in Italia (e in Spagna, Paese co-produttore della pellicola) il film uscì nel 1959, in Francia venne invece sì distribuito, ma solo dieci anni più tardi e con Louis De Funes, che allora dominava il Box Office transalpino, truffaldinamente spacciato in cartellone come protagonista del film. Posso solo immaginare la delusione degli spettatori visto il ridottissimo minutaggio riservato all'iconico attore di Courbevoie.
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