Regia di Maccio Capatonda vedi scheda film
Assolutamente da evitare. Banale e squallido.
Il comico abruzzese, in questo "Italiano medio" ha stillato il massimo della demenzialità cinematografica, si è davvero impegnato tanto per partorire un prodotto da buttare nella spazzatura. Sebbene sia considerevole il tema proposto sui crimini perpetrati quotidianamente dall'uomo a scapito della natura, il film non raggiunge mai il livello di accettabilità, anche considerando che l'italiano medio non è proprio come viene dipinto. Questo non è Cinema, è un'altra cosa, e questa cosa è "nemica" del Cinema (scusate l'anagramma). Tuttavia ho apprezzato il filo narrativo che tiene in piedi l'argomento trattato e la buona interpretazione del soggetto, tutto il resto è inguardabile. Il soggetto si chiama Giulio Verme, un fervente ambientalista attento pure all'alimentazione, maniaco inguaribile degli sprechi. Franca, la sua compagna, fa volontariato e nonostante la nobile attività riesce comunque a trovarsi in disaccordo con Giulio sui comportamenti troppo esagerati. Un giorno arriva a casa un vecchio compagno di scuola (Luigi Luciano) che gli propone una pillola in grado di abbassare le potenzialità cerebrali. Accettata la proposta, Giulio assume il farmaco e inizia per lui un percorso del tutto opposto a quello precedente. Comincia a divertirsi con le donne, vandalizza il parco, inquina l'acquedotto, cerca in tutti i modi la celebrità e la dissolutezza, arriverà sul punto di odiare ciò che prima amava. Un film che vorrebbe dire molto sulla genetica italica ma non riesce a esprimersi attraverso questa sorta di comicità, e lascia lo spettatore incredulo, deluso di aver solo perso tempo. Ingodibile.
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