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Noi e la Giulia

Regia di Edoardo Leo vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Noi e la Giulia

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Tre quarantenni: Diego, Claudio e Fausto, aiutati da Sergio, un nostalgico marxista e con l’aggiunta di Elisa, gravida e vecchia conoscenza di Claudio, decidono di rilevare un casale e aprire un agriturismo. Arrivati al casale li attende Vito, affiliato alla camorra che alla guida di una vecchia Giulia 1300, ricordo del padre, passa dai quattro per estorcergli il pizzo.

 

La prima prova letteraria dello scrittore Fabio Bartolomei fra le mani di Edordo Leo diviene una prova per molti aspetti originale, comica, nostalgica; in tal senso spicca la figura di un Amendola, cercato immediatamente dal regista per impersonare Sergio, cinquantenne affezionato a un idea romantica e per questo superata di comunismo, che ancora intravede nella lotta di classe un modo per i più deboli per affrancarsi da potere e prepotenti, nello specifico un camorrista sui generis, lo splendido Carlo Buccirosso, abile nel tratteggiare un uomo della mala dotato di mille parenti e con una propensione a ricredersi quasi subito in merito al suo essere professionista del crimine. Il resto della pellicola è una serie di battute e personaggi comici, da Claudio, Stefano Fresi, in rotta con la moglie e capace di far fallire la centenaria attività di famiglia. Diego, Luca Argentero, venditore di auto che detesta il proprio lavoro. Fausto, televenditore sbruffone, impersonato dallo stesso Edoardo Leo. Per terminare con Elisa, Anna Foglietta, ragazza prossima a partorire e con una vita contrassegnata da mille problemi.

 

A fine pellicola ci si alza con una splendida serie di risate alle spalle, con l’idea che i sogni possano non svanire all’alba, anche se di anni non ne ha più né venti né trenta e a volte nemmeno quaranta. La terza prova in cabina di regia di Edoardo Leo lascia però una serie di puntini di sospensione sulle capacità fino a ora sciorinate dall’attore romano, capacità che non fanno altro che confermare che un prodotto ben confezionato può si colpire nel segno del botteghino, che può avere qualche cosa da raccontare in modo originale, legandosi a doppia mandata a un bel romanzo, ma che a volte, solo a volte, sempre quel prodotto può rischiare di rimanere invischiato nella propria rassicurante tela, senza riuscire a fare quel salto di qualità perfettamente auspicabile all’inizio.

 

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