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Il mostro di sangue

Regia di William Castle vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Il mostro di sangue

di alan smithee
7 stelle

VINCENT, BORIS, CHRISTHOPER & CO.

In apertura quel folle regista che è stato William Castle interviene a presentare la pellicola, avvisando gli spettatori che alcune delle sensazioni emotive che di li a poco avrebbero provato, sarebbero state accompagnate da coerenti percezioni fisiche, rese possibili grazie ad un sistema chiamato "percepto", attuato collegando le poltrone della sala a fili elettrici in grado di fornire brevi e leggere scosse compatibili con le sensazioni provate dai protagonisti durante la visione del film.

Quasi un anticipatore del più innocuo ma ugualmente e simpaticamente perverso "odorama" di John Waters, altro re della stramberia genialoide.

La storia segue le ricerche di un medico (un Vincent Price un pò meno sopra le righe come ci piace tuttavia  ritrovare ogni volta), accanito studioso della paura e dei riflessi che tale sensazione provoca nell'essere umano. Lo studioso arriverà a intuire, e poi a dimostrare materialmente, l'esistenza di un inquietante essere simile ad un gigante insetto che si genererebbe all'interno del corpo umano, come frutto concreto di uno spavento senza precedenti, composto da grumi di sangue rappreso che prendono vita propria, estirpandola all'essere da cui si formano.

La scoperta del medico viene fatta grazie al cadavere di una donna deceduta poco prima per spavento. Il professore, nella sua forsennata ricerca, riuscirà a scoprire che dietro quel decesso si cela un diabolico piano da parte del marito regista, escogitato per riuscire a sbarazzarsi della donna, facendo uso di tecniche e trucchi cinematografici facilmente alla sua portata.

Noir dalle tinte horror piuttosto incalzante e avvincente, che consente altresì all'estroso, al bizzarro e genialoide regista, di travalicare i confini del genere per dedicarsi a affascinanti digressioni sul mezzo cinematografico, spesso sospeso a metà strada tra esigenze di documentare qualcosa di simile alla realtà quotidiana, e la inevitabile necessità di dare fluidità e ritmo alla rappresentazione, introducendo in tal caso elementi di fantasia che possano talvolta sconfinare nell'incredibile o nel fantastico.

Il film ha tutte le caratteristiche per risultare un cult sin troppo misconosciuto, e da riesumare e rivalutare come merita. 

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