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Supergirl, la ragazza d'acciaio

Regia di Jeannot Szwarc vedi scheda film

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La recensione su Supergirl, la ragazza d'acciaio

di theItalianSupergirl83
6 stelle

"Supergirl, la ragazza d'acciaio" usce nel 1984 sull'onda del successo della serie di film su Superman, interpretati dal grande Christopher Reeve. Voluto dai fratelli Salkind, gli stessi produttori di Superman, il film, per molti aspetti, guarda al suo illustre precedente; in primis nella composizione del cast, dove alla giovane protagonista esordiente vengono affiancati grandi nomi in ruoli di secondo piano: basti pensare solo a due mostri sacri come Peter O'Toole (Lawrence D'Arabia, L'Ultimo Imperatore) e Mia Farrow (Rosemary's Baby, Alice, Mariti e Mogli). Lo stile visivo richiama molto l'atmosfera del fumetto come già in Superman; la storia sembra però più debitrice di Superman III e IV con un'impronta più marcatamente semi-parodistica. Forse proprio la scelta di questo registro quasi farsesco sta alla base dell'insuccesso che il film riscosse al botteghino alla sua uscita. Oggi a distanza di anni, in realtà Supergirl é diventato una sorta di B-movie di culto, non solo tra gli appassionati del genere. Il film é incentrato sulla figura di Kara, alias Supergirl (Helen Slater), la cuginetta di Superman che vive nella città di Argo, un frammento del pianeta Krypton, dove i sopravvissuti hanno costituito una comunità. La ragazza, smarrito scioccamente l'Omegahedron: la potentissima fonte di energia che assicura la vita di Argo, decide di scendere sulla terra per recuperarlo. Catapultata in un mondo totalmente sconosciuto, Supergirl, non solo si riprenderà l'oggetto magico che aveva perduto, togliendolo dalle grinfie di una perfida strega (Faye Dunaway) ma riuscirà in pochi giorni a farsi molti amici nel nostro pianeta e farà pure in tempo a conoscere l'amore tutto terrestre per un fusto che farebbere perdere la testa ad ogni donna di qualsiasi latitudine della galassia. Alzi la mano chi conosce un giardiniere più fico del bel Etahn (Hart Bochner). Il film rientra a pieno titolo nella categoria dei "Guilty Pleasures": quei piaceri inconfessabili che ci si vergogna di aver visto ma che ad ogni visione ci lasciano di buon umore; se lo script é davvero sciocco e improbabile, infatti non si può che essere ammirati di fronte alla bellezza di Helen Slater, assolutamente perfetta nei panni di Supergirl: sicuramente basterà la sola sua vista per accendere l'interesse di tutti i maschietti all'ascolto. Per le fanciulle, vi assicuro che Hart Bochner nel ruolo di Etahn é una consolazione più che soddisfacente e per le mamme non dimenticherei neppure il più maturo ma sempre affascinante Peter O'Toole. Il divertimento é assicurato anche grazie alla bellissima colonna sonora di Jerry Goldsmith e dalla simpatia di Peter Cook e Brenda Vaccaro in parti di contorno. Il vero problema del film, riguarda il personaggio della cattiva alias Madame Selena. Nell'intenzione degli sceneggiatori forse la maliarda, avrebbe dovuto unire la scanzonata perfidia del Lex Luthor di Gene Hackman in Superman alla comicità del ladruncolo diventato genio criminale di Richard Pryor nel più recente Superman III. In realtà però Selena non riesce ad essere mai veramente minacciosa: in fondo si tratta di una eccentrica cartomante di mezza età che vive in un parco divertimenti abbandonato e cerca vanamente di carpire i segreti della magia nera dai vecchi testi. Chi può credere veramente anche solo per un attimo, che questa fattucchiera di infimo livello possa battere la Ragazza D' Acciaio e dominare il mondo? Il ruolo di Selena, in origine doveva andare alla cantante country Dolly Parton che avrebbe dovuto incarnare una procace donna della porta accanto, una sorta di tranquilla massaia che sotto l'influenza dell'Omegahdron avrebbe maturato idee sempre più ambiziose e facoltà sempre più avanzate fino al folle disegno di dominare il mondo. Nella prima stesura, il finale, dopo la vittoria di Supergirl, avrebbe riservato a Selena un destino meno amaro di quello che capita al personaggio della Dunaway, perché la donna, liberata dall'influenza incontrollabile dell'Omegahdron sarebbe tornata in sé e avrebbe ripreso la sua normalissima vita precedente. Con il rifiuto della Parton, il ruolo andò a Faye Dunaway (Chinatown, Giovanna D'Arco di Luc Besson), famosa per le sue interpretazioni, spesso sopra le righe, di donne perfide e senza cuore, si pensi alla nevrotica Joan Crawford nel bioptic Mammina Cara. Con l'ingaggio della signora Dunaway, il personaggio di Selena vira inevitabilmente al grottesco e per la prima volta un supereroe kryptoniano si trova di fronte ad una strega che ricorre a pratiche voodoo......Selena incarna una villain priva della minima sfaccettatura, animata da motivazioni ridicole. La Dunaway mastica con gusto, alcune delle battute più idiote della storia del cinema e mette in mostra un campionario di ghigni e smorfie da far sembrare sottotono il Joker di Jack Nicholson in Batman. Il confronto con Helen Slater, ingeneroso sul piano estetico ha un esito drammaticamente infausto con la signora Dunaway che rimedia una figura ancor peggiore dal punto di vista della recitazione.

Sulla trama

Francamente piuttosto puerile e piena di buchi.

Sulla colonna sonora

Meravigliosa.

Cosa cambierei

Uno script un po' più sensato e una cattiva un po' più credibile

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