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Gli Squallor

Regia di Carla Rinaldi, Michele Rossi vedi scheda film

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La recensione su Gli Squallor

di mm40
6 stelle

Si vede che è un lavoro fatto con pochi mezzi, interviste non preparate, didascalie povere e praticamente nessun 'effetto speciale', eppure questo documentario tributo agli Squallor è realizzato realmente con il cuore e questa è un'altra caratteristica che immediatamente traspare alla sua visione. I registi Carla Rinaldi (anche accreditata come sceneggiatrice) e Michele Rossi ricostruiscono la mitologia del super-gruppo di discografici di successo, a partire dalla fine degli anni Sessanta, fino ad arrivare a raccontare gli ultimi 'oltraggi al comune senso del pudore' pubblicati alla metà dei Novanta, quando i clichè della bizzarra band potevano apparire ormai prevedibili e ripetitivi, ma venivano comunque proposti con la medesima verve goliardica e con le consuete, straordinarie capacità compositive che hanno contraddistinto l'intera, corposa discografia degli Squallor. Questo perchè a far parte dell'operazione, valvola di sfogo per quattro serissimi professionisti dell'industria musicale del Belpaese, c'erano il Maestro Totò Savio (autore di musiche e cantante), Giancarlo Bigazzi e Daniele Pace (autori di testi) e Alfredo Cerruti (talentuosissimo discografico, voce narrante in numerosi brani del complesso); a testimoniare il peso di primo piano del quartetto appena citato e il valore delle loro composizioni e scoperte, intervengono in questo documentario 'mostri sacri' della musica leggera nostrana come Little Tony, Gianni Bella, Massimo Ranieri, Tullio De Piscopo e tanti altri. Fra gli estimatori degli Squallor, demenziali ante litteram (sarà infatti Freak Antoni, con i suoi Skiantos, a coniare questo termine verso la fine dei Settanta), compaiono qui inoltre comici (Lillo & Greg, Diego Abatantuono), colleghi musicisti che agli Squallor hanno da sempre omaggiato (Rocco Tanica, tastierista di Elio e le storie tese, lo stesso Freak Antoni) e numerosi personaggi di spicco della discografia (Mara Maionchi è di certo la più nota). Da gruppetto di amici che si divertiva a passare le serate fra partite a carte, bevute e scherzi telefonici a vero e proprio gruppo musicale, fino alla non sottovalutabile fetta di successo su un mercato discografico ostile e preda della censura: la straordinaria storia degli Squallor è qui raccontata da chi li ha conosciuti bene e dai due protagonisti ancora in vita di quell'avventura, cioè Alfredo Cerruti e Giancarlo Bigazzi (che morirà poco dopo aver girato queste interviste; a lui è dedicato il film). Azzeccato il sottotitolo: L'antistoria della musica leggera italiana. Durata totale: 150 minuti, che comunque non bastano, nè potrebbero bastare a dire tutto ciò che c'è da dire su un simile fenomeno. 6/10.

Sulla trama

Storia e leggenda del primo grande gruppo musicale completamente anarchico in Italia: gli Squallor, rievocati con interviste ai componenti superstiti, ai collaboratori e ai più celebri fra gli estimatori (fra cui anche insospettabili come Massimo Ranieri e Little Tony).

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