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Lo straniero della valle oscura

Regia di Andreas Prochaska vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lo straniero della valle oscura

di Furetto60
7 stelle

Western, con location europea. Niente di nuovo, ma il film è ben fatto e piacevole

Siamo nella seconda metà dell’ottocento, un misterioso straniero, con un passato oscuro e presumibilmente tormentato, come nella migliore tradizione del genere, giunge in un villaggio sperduto e desolato; non immerso nella sconfinata prateria ma stavolta, ci troviamo in un paesaggio alpino, negli splendidi scenari delle montagne altoatesine. Il forestiero si presenta come tale Greider, un americano a suo dire, lì per un servizio fotografico. L’accoglienza è piuttosto fredda, per usare un eufemismo, gli autoctoni sono riservati e diffidenti, tuttavia in cambio di una congrua somma di denaro, Greider trova ospitalità presso una vedova con una giovane figlia, prossima al matrimonio.  In questo posto dimenticato dagli uomini e da Dio, la famiglia dei Brenner spadroneggia in largo e lungo, tiranneggiando la popolazione del borgo, succuba delle sopraffazioni e dei soprusi di questa vera e propria malefica tribù, chi non si adegua muore; lo stesso Greider ne farà le spese quando provocato da uno dei Brenner , rifiuta di bere la sua grappa, rimediando una solenne bastonatura; come nelle famiglie feudali di un tempo l’anziano patriarca di questo clan esercita l’antico diritto medievale (forse più leggenda che storia) dello “jus primae noctis” con ogni giovane sposa, disseminando di figli illegittimi la contrada. Il vero scopo della visita di Greider si comincia ad intuire, attraverso alcuni angoscianti flashback: vediamo una ragazza prima stanata e poi rapita e brutalmente violentata, il compagno torturato e addirittura crocifisso; si respira un’atmosfera di tragedia imminente, accentuata dalle musiche martellanti e dai  mesti primi piani dei protagonisti.

Poco dopo si verificano delle inspiegabili morti, uno dei fratelli ci lascia la pelle durante la procedura di abbattimento degli alberi, un altro viene accecato da una frasca appuntita e vagando cieco, precipita in un burrone. I Brenner mangiano la foglia e cominciano a braccare Greider  il quale prendendo anche  a cuore il destino di Luzi, la ragazza che lo sta ospitando e che prossima alle nozze, dovrebbe sottostare all’allucinante consuetudine, affronta i membri della famiglia Brenner, eliminandoli uno per volta, senza risparmiarci scene cruenti e violente; nel frattempo uccide anche il vigliacco e complice prete del villaggio e umilia la locandiera che per soldi aveva tradito la madre e il suo fidanzato, vendendoli ai Brenner; cosi finalmente, il giovane arriva alla resa dei conti finale, sopprimendo tra le lacrime, il laido e sordido vecchio, che scopriamo adesso essere suo padre. Ferito ad una spalla durante la colluttazione con uno dei fratelli, sarà costretto ad una lunga convalescenza, assistito dalla ragazza e dalle altre donne a lui grate per averle salvate dall’ignobile prassi. Infine deciderà,  di andarsene per sempre, per timore di ritorsioni, essendovi ancora in giro figli naturali o parenti di Old Brenner. Tipico film del filone cosiddetto “Revenge movie”, pur non proponendo temi nuovi, anzi cavalcando molti dei cliché della categoria, è comunque un film godibile, raffinato, ben scritto, con un incantevole location, il paesaggio innevato ripreso in una fotografia suggestiva ed elegante, dall’impatto emotivo intenso; la storia si snoda ad un ritmo lento, eppure mai noioso, anzi raggiunge gradualmente il giusto climax. Riuscita, anche la caratterizzazione psicologica e sociale dei personaggi, belle le musiche di Mathias Weber; molto ben curati anche scenografia e montaggio. Attori perfettamente in parte.

 

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