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Hungry Hearts

Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film

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La recensione su Hungry Hearts

di Gangs 87
8 stelle

Fotogrammi di vita in 10mm, Hungry Hearts di Saverio Costanzo è come quei filmini che le famiglie si ritrovano a guardare seduti sul divano con il proiettore che si inceppa. E’ la storia di Jude e Mina che si incontrano per caso e si innamorano, si sposano e fanno un figlio. Mina però crede che quel bambino, il suo bambino sia “indaco”, ciò speciale, destinato a grandi cose e cerca così di preservarlo da ogni agente esterno, spesso quasi in modo innaturale e pericoloso.

 

L’utilizzo del formato 10mm, i bruschi stacchi di montaggio, la poca musica, sono le caratteristiche compositive di questa pellicola che si avvale di due grandi protagonisti, Adam Driver e Alba Rohrwacher, magnificamente interpreti di due genitori incapaci di gestire il loro amore, e che si differenzia per l’originalità che la ordina.

 

A partire dal titolo, Cuori Affamati, il regista sembra volerci indicare che l’elemento dominante è l’amore. L’amore di madre verso un figlio, l’amore che non riesce a sfamare questi cuori che ne hanno costantemente sete; avvolti da un sentimento talmente forte che sconfina quasi nella follia. Ed ecco allora che una madre, convinta di dover preservare la felicità di suo figlio, si rende imprevedibile giustiziere non-mascherato e annienta l’altra madre, quella indegna, che impegna la sua vita per ricercare i metodi di salvaguardia del proprio di figlio.

 

Non considerando le scelte narrative, forse proprie del romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, a cui l’opera di Costanzo si ispira, questo racconto dell’impotenza umana davanti alle decisioni di qualcun altro è angosciante e le inquadrature, ad un certo punto si utilizza anche quella ad occhio di pesce, spesso finiscono per amplificarne la potenza claustrofobica, ci permettono di accorgerci di quell’oscillazione, dandoci la sensazione di un bilico perenne che ci trattiene il fiato, lasciandoci respirare solo ai titoli di coda.

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