Regia di Giulio Base vedi scheda film
Epoca fascista. Augusto Vanghetta, pretore di un paese del nord Italia, trascura la moglie preferendo spassarsela con una moltitudine di amanti. Pieno di sè, si cimenta anche come drammaturgo con esiti non proprio eccellenti; nel frattempo affida le cure della moglie a un giovane che Vanghetta crede omosessuale.
Il pretore è un racconto di Piero Chiara, autore spesso portato al cinema; qui a farlo, sia come sceneggiatore (insieme a Dino e Filippo Gentili) che come regista, è Giulio Base, principalmente noto per i suoi lavori televisivi (Don Matteo è sicuramente quello più celebre). Questa sorta di evasione dal piccolo schermo è l'occasione inoltre per lasciar sfoggiare a Francesco Pannofino le sue indubbie qualità di interprete; al suo fianco, fra gli altri, troviamo Eliana Miglio, Max Cavallari, Sarah Maestri, Mattia Zaccaro, Debora Caprioglio e lo stesso Base, in un ruolo minore. La storia non è priva di connotazioni ironiche, per quanto si tratti sostanzialmente di un dramma; forse lo svolgimento pecca un po' in freddezza, però, ricercando una forma estetica (buon lavoro la fotografia di Fabio Zamarion) che supera qualitativamente una narrazione non sempre fluida. A conti fatti, in ogni caso, una prova tutt'altro che disprezzabile, nella speranza che Base scelga di lavorare per il grande schermo più spesso. 4,5/10.
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