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La santa

Regia di Cosimo Alemà vedi scheda film

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La recensione su La santa

di supadany
6 stelle

Nel cinema italiano di primo livello, non mancano i mezzi (almeno relativamente), ma latitano (spesso) le idee, ma dietro c’è comunque chi si prodiga in un lavoro low budget che cerca soluzioni fuori dagli schemi preordinati e “La santa” di Cosimo Alemà si ascrive indubbiamente in questa categoria.

Anche se poi in questo film funzionano di più le intenzioni che i risultati.

Una piccola banda di ladruncoli si reca in un paesino del Salento per effettuare un colpo sulla carta facile, ovvero rubare la statua di una santa non costudita.

Agiscono di prima mattina, tutto sembra facile, ma mentre sono in fuga, trovano tutte le strade di uscita dal paesino bloccate ed in poco tempo diventano a loro volta braccati.

Gli abitanti del posto non avranno nessuna pietà di loro.

 

Francesco Siciliano, Massimiliano Gallo, Michael Schermi, Gianluca Di Gennaro

La santa (2013): Francesco Siciliano, Massimiliano Gallo, Michael Schermi, Gianluca Di Gennaro

 

Non servono necessariamente i soldi per fare un film, volendo sono ancora le idee il principale caposaldo per pensare e quindi successivamente realizzare un progetto filmico.

E qui l’idea di base funziona alla grande; prendi un piccolo gruppo di ladruncoli che pensano che sia tutto facile, aggiungici un paese in cui tutti si conoscono e nel quale la legge aleggia altrove ed il gioco è fatto.

Sì, la direttiva è così tracciata,ed è un bel tracciare, si da luogo ad un “melting pot” tra generi, si aggiunge la musica che scandisce il ritmo con giustezza e si rappresenta una piccola comunità arcigna che fa da contraltare ad una squadra di ladruncoli frutto del caso.

Non esistono più buoni ne cattivi, tutti elementi buoni per il caso, ma poi ci si basa troppo su coincidenze che sanno di fortuito e se la via maestra è chiara, quanto ci si costruisce attorno è semplicemente da prendere (o da lasciare) così come è.

In più il finale non è certo lungimirante, ed anzi amplifica la sensazione di una certa “facilità”, per un film che si mette in gioco e che richiama un cinema di genere che in Italia ci siamo (si sono) dimenticati di percorrere.

Per questo è senza ombra di dubbio da apprezzare, in più si respira un’aria poco salubre che occorre, e che spesso si falsifica, peccato che poi non riesca a tirare le fila al meglio, e non solo sul finale, però almeno ha le idee chiare e nel suo piccolo non demerita affatto.

Intrigante, ma un po’ precipitoso.

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