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Cardillac

Regia di Edgar Reitz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cardillac

di zombi
6 stelle

quella che reitz cerca di raccontare è una storia strana  e difficile da capire e anche da raccontare. tanto più che regista e sceneggiatori introducono personaggi, storia e situazione in maniera metacinematografica. gli attori introducono se stessi e i propri personaggi, parlando anche della difficoltà dell'immedesimazione con persone di cui ovviamente non conoscono tutto o comunque molto. rene cardillac è un orafo, talmente bravo da essere considerato all'unanimità un artista. schivo e reticente alle regole imposte dal mercato mondiale dell'arte, cardillac(blech) non desidera affatto la fama e anzi si ribella al suo segretario olivier(becker) che tenta in tutti i modi invece di fargli avere la consacrazione completa attraverso la premiazione dell'oscar degli orafi. cardillac la rifiuta senza se e senza ma ritenendola una marchetta da prostituta e si va a riprendere il gioiello venduto per una cifra folle. cardillac vive isolato dalla società con la figlia madelon(cayetano) avuta da una bellissima cantante di colore della guadalupe, anch'essa tenuta in cattività entro le mura domestiche. innamoratosi perdutamente di quella donna come di un bellissimo oggetto esotico, come nacque madelon, si disinteressò completamente a lei, tanto che si separarono e si tenne madelon. vivono un rapporto quasi simbiotico, in cui sia il padre che la figlia non hanno quasi alcuna necessità che esuli dall'ambito della casa-laboratorio in cui agisce l'artigiano. anzi, l'isolamento domestico che il padre chiede di rispettare, agli occhi esterni come quelli di olivier può quasi sembrare un rapporto incestuoso. rapporto del tutto inesistente. madelon al pari del suo lavoro, è il frutto di un lavoro. difatti la mediatrice che ha contribuito alla creazione di madelon non era più necessaria e dopo la sua nascita se n'è andata. la figlia, bella quanto la madre, è la sola ed unica modella su cui il padre tutte le domeniche mira e rimira le proprie creazioni, senza assolutamente nessun grado di morbosità. semmai è l'incapacità dell'artigiano di distaccarsi dalle proprie creazioni, a rendere la sua personalità agghiacciante. cardillac è un omicida seriale e cardillac-il-film è per certi versi un thrilling che si sviluppa fuori dai canoni del thrilling salvo una scena bellissima verso l'ultima mezz'ora, con protagonista hans-christian blech. non sapremo mai se anche la madre di madelon ha fatto la fine tremenda che negli anni cardillac ha fatto fare ai committenti delle sue creazioni preziose. sappiamo che madelon al pari dei gioielli paterni, ha vissuto reclusa lontano dagli occhi altrui, incapace di fare qualsiasi cosa se non i basilari lavori domestici. ne lui ne la figlia maneggiavano denaro. quest'incombenza era destinata ad olivier, considerato un mero tramite tra lui-loro e la società-committente. alla fine madelon emancipata dal mondo paterno, incontra per strada la tata che l'ha accudita fino ai 12 anni. tata che doveva nutrirla, vestirla ma non amarla. nessuno poteva provare sentimenti per la figlia, come nessuno poteva possedere i suoi gioielli nonostante li avesse commissionati e regolarmente pagati. l'unico modo che cardillac conosceva per rientrare in possesso delle proprie creazioni era quello violento dell'omicidio e della ruberia. giunto ad un punto di non ritorno di creazione(un gioiello talmente fragile da non poter essere quasi toccato), l'orafo si toglie la vita folgorandosi con una sedia-elettrica costruita con le proprie mani ovviamente. bravi gli attori, soprattutto blech(bella la sequenza-camminata quando cardillac cerca ispirazione lungo le vie della città) e la cayetano.

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