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L'arte e gli amori di Rembrandt

Regia di Alexander Korda vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'arte e gli amori di Rembrandt

di ethan
7 stelle

Con 'L'arte e gli amori di Rembrandt' si perpetua l'annoso problema delle biografie dei grandi personaggi della cultura, in questo caso specifico, un genio, interpretato da Charles Laughton, non solo della pittura olandese del '600 ma di tutta la storia dell'Arte.

Il film, diretto e prodotto da Alexander Korda, sconta anche stavolta l'abitudine, hollywoodiana ma non solo, di approfondire meglio l'aspetto sentimentale piuttosto che quello della creazione artistica, molto ben sviscerato nel recente 'Turner' di Mike Leigh ad esempio, quando si tratta di mettere sullo schermo la vita di un artista, che sia pittore, musicista, poeta o scrittore.

Il film si apre nel 1642, quando di lì a poco l'amata moglie Saskia muore, poi narra la cattiva accoglienza di 'La Ronda di notte' uno dei suoi tanti capolavori, allora non compreso, addirittura deriso, perché ritraeva in maniera semplice e non eroica dei miliziani e, come dice il dialogo del film, è fatto di ''Ombre, oscurità e confusione'', poi compie un'ellissi di circa dieci anni, passando alla relazione del pittore con Hendrickje (Elsa Lanchester), osteggiata dai penbensanti e dalle autorità ecclesistiche perché non sposati, alla sua bancarotta, alla morte anche di questa compagna, per finire al 1669, anno della morte dell'artista, in condizioni precarie e modeste.

Nonostante la cervellotica scelta in sede di script (June Head), 'Rembrandt' è comunque un film qualitativamente pregevole, grazie alla ricercata regia di Alexander Korda, che usa in maniera magistrale lo splendido lavoro dello scenografo Vincent - fratello del regista, che ricostruisce in studio interni ed esterni della Amsterdam del XVIIesimo secolo - composta di ardite inquadrature sghembe e morbidi movimenti di macchina, all'accuratezza dei costumi (John Armstrong), alla fotografia in b/n di Georges Perinal, sontuosa ma impossibilitata a restituire la visione del mondo del pittore, e alle eccellenti interpretazioni.

Se Elsa Lanchester, nelle vesti della sfortunata Hendrickje, offre una toccante prova, Charles Laughton (9) è a dir poco eccezionale nell'impersonare, in virtù di una incredibile rassomiglianza con l'artista, il carisma, la personalità, il temperamento ma, allo stesso tempo, il suo amore per le donne, per Tito, l'unico figlio sopravissuto dopo il parto e per i suoi famigliari.

Un bel film che, con scelte meno 'commerciali' e più coraggiose, avrebbe potuto essere un capolavoro.

Voto: 7,5 (v.o.).

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