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Mission Park

Regia di Bryan Ramirez vedi scheda film

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La recensione su Mission Park

di Maciknight
4 stelle

E’ un film senza infamia e senza lode, ennesima occasione mancata, qualche elemento di valore lo possiede ma ci sono carenze sulle quali non si può sorvolare. La trama non è certo originale ma pur sempre efficace: un gruppo di quattro giovani amici cresciuti in ambienti difficili e con pesanti azioni delittuose alle spalle, non da tutte volute e condivise ma che comunque ne hanno consolidato il legame di complicità ed omertà, i cui destini li separano e li pongono in contrapposizione. In età adulta due dei quattro (che sono fratelli, uno adottato) riescono a studiare e lasciano la città per entrare nell’Accademia dell’FBI all’insaputa di tutti tranne del padre che li finanzia, che probabilmente è il più bel personaggio del film. Seppur figura minore che compare pochi minuti, lascia una traccia significativa di sé, soprattutto per un aforisma che viene ripetuto spesso da uno dei figli: “non basta un solo giorno per definire una persona”. Che vorrebbe significare che non si deve giudicare con superficialità e severità una persona nel breve periodo ma nel corso della sua intera vita. Gli altri due del gruppo, quelli meno “studiati”, non si sa bene come ma in pochissimo tempo raggiungono l’apice della carriera criminale facendo soldi a palate, quantomeno uno dei due, quello più intelligente ed intraprendente e spregiudicato, l’altro gli fa da familo, continuamente umiliato e sottomesso. L’FBI invece di assegnare alle due reclute appena uscite dall’accademia una sede dove farsi le ossa, pensa bene di infiltrarli subito nella banda dei loro due amici, confidando che non sappiano nulla della loro professione. Tutte ipotesi altamente improbabili per non dire incongrue. Un comportamento che nella realtà delle procedure FBI credo sia assai remota. Come è molto improbabile per non dire assurdo il fatto che l’FBI si preoccupi di rendere credibile la copertura di uno dei due fratelli facendogli commettere un piccolo ma molto stupido crimine e non provveda a far sparire dal database la scheda del fratello non ancora infiltrato, soprattutto sapendo che ci sono agenti di polizia corrotti che collaborano coi criminali. Una specie di condanna a morte annunciata. Infatti poco tempo dopo due agenti corrotti al soldo del boss, in pochi secondi ad un terminale scoprono che si tratta di un agente FBI e ne causano l’esecuzione. Incongrua anche questa seconda infiltrazione, quella del secondo agente FBI che avrebbe dovuto rimanerne fuori e supportarlo dall’esterno, mentre invece per noia e spirito di avventura prende l’iniziativa di rischiare, e si presenta bello fresco di fronte al boss, mettendo a repentaglio anche il fratello e collega federale. Quest’ultimo dopo l’esecuzione del fratello, avvenuta in sua presenza, perde praticamente il controllo ed inizia a compiere vere e proprie assurdità, cazzeggia e si sfoga come un dilettante allo sbaraglio, come non avesse ricevuto alcun addestramento, dando libero e stupido spazio all’aggressività con iniziative azzardate ed assurde, facendosi sopraffare e pestare a sangue, fino al tragico inevitabile finale, indotto da lui stesso. Troppe le incongruenze in questo film, alcune già accennate, come l'operazione sotto copertura pessimanete organizzata dall'FBI, troppo abbozzata ed approssimativa per essere credibile, altre che si rendono evidenti, come i due stupidi agenti di polizia corrotti che è inverosimile non siano stati scoperti in precedenza, come il fatto che il boss non abbia effettuato dei controlli sui suoi amici d’infanzia prima di inserirli nella sua organizzazione criminale, che da come viene descritta dovrebbe essere di profilo internazionale (come avrà fatto a costruirla in pochi anni e con la concorrenza spietata che esiste nel crimine organizzato?), e soprattutto è assurdo che dopo aver scoperto che uno dei fratelli era un agente FBI non abbia pensato che anche l’altro lo fosse o quantomeno lo sapesse. Il film ha qualche pregio, come la voce narrante piuttosto appropriata per accompagnare la comprensione del film, soprattutto nella parte iniziale; come l’efficace rappresentazione della solidità dei legami che si instaurano nell’adolescenza e permangono condizionando anche le scelte ed i comportamenti in età matura; come i flashback che in tempi brevi narrano i tragici destini dei genitori di quasi tutti i protagonisti del gruppo, tutti morti prematuramente per overdose, suicidio, morte violenta o cancro. Una realtà dura e crudele aggravata anche dalla stupidità comportamentale dei protagonisti. Una sceneggiatura migliore avrebbe potuto fornire un film più credibile, gli argomenti validi c’erano.

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