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Tutta colpa di Freud

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Tutta colpa di Freud

di supadany
5 stelle

Dopo gli “immaturi” e la (finta) “famiglia perfetta” con questa storia sentimentale che scomoda nel titolo addirittura Freud (de no’ altri), Paolo Genovese cerca una via di mezzo tra le leggerezza assoluta e temi (leggermente) più corposi.

Effettuare un sunto non è facile e pur avendo abbastanza argomenti si rimane nel limbo dell’inconcludenza.

Francesco (Marco Giallini) è uno psicologo che oltre ai suoi clienti deve vedersela con i patimenti d’amore delle sue tre figlie; Sara (Anna Foglietta) è lesbica ma non riesce a portare a compimento nessuna storia tanto da cominciare a pensare di provarci con gli uomini, Marta (Vittoria Puccini) s’infatua di un ladro di libri sordomuto (Vinicio Marchioni) e la giovane Emma (Laura Adriani) si è innamorata di un 50enne per giunta sposato (Alessandro Gassman).

Ma anche lui ha le sue pene d’amore verso una donna (Claudia Gerini) che incrocia spesso per strada e che scoprirà essere indirettamente collegata con una delle sue figlie.

 

Claudia Gerini, Marco Giallini

Tutta colpa di Freud (2014): Claudia Gerini, Marco Giallini

 

Con quest’opera Paolo Genovese mostra delle ambizioni all’interno di una commedia con sottofondo destinato ai sentimenti che cerca comunque apertamente il beneplacito del pubblico.

In circa due ore inserisce una quantità esorbitante di riferimenti, ma quest’ultimi sembrano per lo più pretesti per scatenare gli equivoci che, soprattutto nell’ultima parte, portano a perdere il controllo, troppi ribaltamenti e spazio all’improvvisazione irruenta, nel senso che le trasformazioni delle situazioni si fanno fin troppo frenetiche e tra l’abbondanza di scelte anche la qualità media delle stesse diventa sempre più discutibile.

C’è comunque del coraggio (giusto un pizzico) nel proporre minoranze poco considerate, quali sono ad esempio i sordomuti, ed in generale un pò di divertimento tipicamente popolare fa capolino, grazie soprattutto alle piccole disavventure del funestato Marco Giallini (quando si dice “beato tra le donne” …) tanto più quando si ritrova a tu per tu con Alessandro Gassman (gagliardo il loro primo dialogo).

In questo modo Paolo Genovese sembra voler dare un contentino a tutti col risultato che il suo film diventa inutilmente bislungo e finisce nel tritacarne delle tante opere che pur senza essere indegne non arrivano nemmeno in un porto sicuro.  

Guardabile, ma un po’ troppo frammentario.

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