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Locke

Regia di Steven Knight vedi scheda film

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George Smiley

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Locke

di George Smiley
8 stelle

Un film  a dir poco SORPRENDENTE. Questo "Locke" ha tutto per poter entrare prepotentemente nella storia del cinema, una vera e propria opera d'arte minimalista e intimista. Minimalista perché viene tutto ridotto all'osso, dalla durata del film (che corrisponde a quella reale del viaggio in macchina) ai dialoghi (presenti ma mai tesi a spiegare tutto nei minimi particolari), dalla location (una macchina) al numero di attori presenti in carne ed ossa (il solo splendido Tom Hardy); intimista perchè ci viene offerto il ritratto di un uomo semplice che deve fare fronte a dei problemi comuni legati alla sua vita privata e alla sua sfera emotiva (l'imminente licenziamento, il tradimento della moglie, il dovere di portare a termine il proprio incarico, la responsabilità di un figlio avuto con una sconosciuta), il tutto racchiuso in un claustrofobico e catartico viaggio in autostrada. Mano a mano che il film procede, il protagonista svela ad uno ad uno i propri scheletri nell'armadio (che, a dirla tutta, non sono neanche tanti e nemmeno lontanamente gravi come ci si potrebbe aspettare), rivelando il dramma umano di una persona qualsiasi che, avendo commesso degli errori, decide comunque di prendersi le proprie responsabilità e di affrontarle, come dovrebbe fare qualsiasi uomo con un minimo di dignità e di autocoscienza, qualcosa che, al giorno d'oggi (e mi verrebbe da aggiungere, in questa nazione) quasi nessuno fa, cercando tendenzialmente la scappatoia facile e l'espediente per tirare avanti senza fare i conti con il proprio passato. Può sembrare un messaggio banale e perbenista, ma ormai si è perso il significato delle parole "responsabilità" e "dovere", e Ivan Locke, con la sua scelta di proseguire il viaggio, va coraggiosamente verso un nuovo inizio, una nuova parte della sua vita in cui non nasconderà gli errori fatti ma imparerà a conviverci, riuscendo forse a porvi rimedio. La vita non finisce quando sbagliamo, ma quando non accettiamo di aver sbagliato, e se abbiamo il coraggio di confessare a noi stessi che non siamo perfetti, allora potremo ricominciare da capo quante volte vorremo, evitando di cadere in un vortice infinito di degrado e inganno misti al senso di colpa.

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