Regia di John G. Avildsen vedi scheda film
VOTO 7+ ATTUALE (Tv 25 Settembre 2011) Dramma esistenziale su sfondo capitalistico nell'america post 68, con la giusta retorica e un degno approfondimento psicologico. Lemmon dà e ci mette la faccia, regalandoci una grande interpretazione (Oscar 1974) e un grande personaggio, amaro, disilluso, fondamentalmente uno splendido sconfitto. Ma il resto dei caratteri non è da meno, denotando una buona scrittura dei dialoghi, permettendo agli interpreti di valorizzare al massimo le loro performance (mi piace ricordare Jack Gilford/Phil). Così se il tono è malinconico e decadente, respirando un'atmosfera di fine incombente, lo sfondo e i modi sono sempre caratterizzati da una buona dose di ironia (tantissime le battute da segnalare), rendendo il boccone meno amaro. Ma quegli USA stanchi di Vietnam, stanchi di 68, stanchi di capitalismo e dell'american dream in generale, colpiscono decisamente l'immaginario dello spettatore, con un'occhio neanche tanto ottimista all'oggi. Save the Tiger, quindi colpisce nel segno, grazie non solo ai grandi attori, ma anche al lavoro preciso di Avildsen che zitto zitto si è costruito una filmografia degnissima, praticamente a fari spenti, non sarà Scorsese ma un professionista cinematografico di questo livello è un peccato lasciarlo nel dimenticatoio.
Il simbolico titolo è svelato dopo un'ora di film ma questa battuta dà un senso ed un contesto all'intera opera:
I leoni e le tigri ritornano sempre in quei luoghi dove hanno il ricordo più bello...
E se il ritorno fosse impossibile...
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