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MAD in Italy

Regia di Paolo Fazzini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su MAD in Italy

di undying
8 stelle

Angosciante esordio in regia per Paolo Fazzini, già autore di un libro e un documentario sul cinema horror italiano. Mad in Italy è un film girato in massima economia ma che, per originalità, impegno e risultato, merita di essere posizionato al fianco dei grandi classici.

 

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MAD in Italy (2011): locandina

 

In un paesino dell'Italia centrale il trentenne Davide (Gianluca Testa) perde il lavoro, mentre la crisi economica che avvolge la nazione si fa pesantemente notare: negozi con saracinesche abbassate, appartamenti sfitti, attività che chiudono. Davide, con alle spalle un passato difficile a causa di un padre prepotente e una madre mancata, tenta disperatamente di trovare un'occupazione. Gli amici, spacciatori, cercano di aiutarlo, ma Davide non vuole scendere così in basso. Cerca onestamente un lavoro, senza trovarlo. Quando comincia a ricevere solleciti dalla banca per un mutuo scoperto, di notte inizia a fare sogni inquietanti. In un società così iniqua, Davide sfoga la sua depressione sulla figlia (Eleonora Bolla) di un direttore d'azienda: rapendola e tenendola rinchiusa in casa.

 

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Nel 2004 esce un saggio sul cinema horror italiano dal titolo Gli artigiani dell'orrore: mezzo secolo di brivido dagli anni '50 ad oggi. È una perfetta sintesi che analizza i titoli italiani di un genere (l'horror) molto apprezzato, soprattutto all'estero. Quel libro, che consigliamo vivamente di recuperare, porta la firma di Paolo Fazzini. L'anno seguente è la volta di un documentario, Hanging Shadows - Perspective on italian horror cinema: oltre 110 minuti di interviste realizzate da Fazzini ai protagonisti (registi, effettisti e sceneggiatori) di epoche differenti (da Argento e Cozzi a Fratter e Stivaletti). Non c'è dubbio che Fazzini sia un ammiratore del cinema horror italiano. Oltre che esperto conoscitore. Quindi sorprende, non poco, il suo debutto in regia. Debutto molto impegnativo che lo vede operare sul film per oltre due anni (dal 2009 al 2011). A lavoro concluso Mad in Italy è stato presentato al Fantafestival nel 2012 e -quello stesso anno- distribuito (molto ben accolto) in USA dalla Elite Entertainment. Poi quasi sei anni di buio. Il film scompare proprio in Italia, fino alla fine del 2018, quando la Home Movies finalmente lo distribuisce direttamente in home video.

 

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Ci troviamo di fronte ad un low budget, fotografato però dal bravo Mirco Sgarzi, anche cineoperatore già all'opera sul set di House of flesh mannequins di Domiziano Cristopharo. Ma a rendere unico Mad in Italy è stata la scelta di Fazzini: trattare l'horror in un contesto di drammatica attualità (purtroppo tale anche a distanza di dieci anni). Sarebbe stato molto più facile citare questo o quel titolo famoso, invece Fazzini scrive una stupenda e originale sceneggiatura, puntando tutto sui due eccezionali interpreti (Gianluca Testa ed Eleonora Bolla). Ispirato anche da fatti di cronaca, il regista realizza un film davvero inquietante per quanto verosimile e ben girato. Nel rispetto di una tradizione tutta italiana, garantita da "artigiani" dell'orrore che hanno realizzati piccoli gioielli con budget irrisori, Fazzini porta a conclusione questo incubo ad occhi aperti, che mai dimentica di essere frutto di un momento sociale delicatissimo. Momento sociale, non politico, che attanaglia la nostra nazione come tante altre. Ottima anche la colonna sonora e la mezz'ora conclusiva, che richiama inevitabilmente alla memoria lo stile asciutto e tragico (con finale nerissimo) di Hooper e il suo Non aprite quella porta. Mad in Italy funziona benissimo comunque lo si voglia guardare (film di genere o impegnato), a cominciare dall'indovinato titolo, sino alle incantevoli litanìe che scorrono sui titoli di coda, opera del complesso Gli Illuminati (Eli Eli Lamma Sabactani!).

 

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"Anche in mezzo a grandi crisi, il «mercato» non ha risposte al problema principale che il XXI secolo ha di fronte: una crescita economica illimitata e sempre più hi-tech alla ricerca di profitti insostenibili produce una ricchezza globale, certo, ma a scapito di un fattore della produzione, il lavoro umano, che diventa sempre più superfluo e delle risorse naturali del pianeta." (Eric John Ernest Hobsbawm)

 

 

F.P. 11/11/2019 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 90'08")

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