Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Il marchese Henri Leonard de Fiennes, in arte Henry Hathaway, è stato un regista di solido mestiere, che ha sempre restituito trattamenti spettacolarmente dignitosi a chi gli forniva dei copioni per il cinema. Sono prodotti medi, ma di buon livello, tra i quali mi piace ricordare I quattro figli di Katie Elder (1964). Non gli è da meno, comunque, questo film incentrato sugli ultimi due anni di vita del feldmaresciallo Rommel, da quando rifiutò di farsi massacrare con le sue truppe in Libia, rendendosi di fatto inviso a Hitler, a quando fu costretto al suicidio per il suo coinvolgimento nell'attentato al Fuhrer del luglio 1944. Non si tratta, dunque, di un film biografico (o di un biopic, come dice qualcuno, usando un orrendo vocabolo d'importazione), ma della rievocazione di un breve periodo storico, fatta sulla base delle ricerche di un ex militare inglese, che aveva casualmente incrociato Rommel durante la guerra d'Africa. Il film è buono: se c'è qualcuno di sopravvalutato, forse è proprio il genio strategico del militare tedesco, il quale tenne in scacco per un periodo abbastanza lungo le truppe inglesi, superiori per uomini e mezzi. In un cast di validi interpreti, si segnala l'ottima prova di James Mason nel ruolo del protagonista: l'ottimo attore inglese sa restituire gli indugi, i dubbi, le paure la dignità dell'alto ufficiale della Wehrmacht.
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