Regia di Chi-Hwa Chen vedi scheda film
Una delle numerose pellicole di arti arziali interpretate da Jackie Chan sul finire degli anni '70, il periodo in cui l'attore diede il suo meglio dal punto di vista atletico e spopolava assieme al coetaneo Aexander Fu Sheng. Quest'ultimo morì però giovanissimo, solo 28 anni, in seguito ad un incidente d'auto. Tornando al film, viste le premesse e il nome del regista mi aspettavo molto di più. Questo lavoro non è affatto riuscito come il precedente SHAOLIN WOODEN MAN e se non fosse per lo spettacolare finale non arriverebbe nemmeno alla sufficienza. Il fatto è che la trama è sviluppata in modo grossolano e confuso, con l'inserimento di diversi personaggi insopportabili e macchiettistici. La storia narra di 8 maestri Shaolin che inventarono una potentissima arte marziale, nominata come "Snake and crane", e la illustrarono in un libro. Gli 8 monaci vennero però avvelenati da un uomo mascherato bramoso di impossessarsi di quel manoscritto. L'unico degli 8 monaci sopravvisuti all'avvelenamento, decide di mandare il suo allievo Hsu Fung (Jackie Chan) in città con una falsa copia del libro. La speranza del monaco è che l'assassino esca così allo scoperto, ma il prezioso libro ha vari pretendenti... La prima parte è veramente orribile, tanto che avevo fin pensato di interrompere la visione. Praticamente una trama non c'è, in quanto si vedono solo vari personaggi tentare di raggirare il protagonista interpretato da Jackie Chan per prendergli il libro con illustrata l'arte marziale. Fastidiosissimi poi i personaggi di contorno, a partire dal ragazzino assolutamente irritante. Successivamente il film regge meglio, ma eslusivamente grazie ai combattimenti mostrati. Il lungo duello finale tra l'antagonista e Chan varrebbe da solo la visione, ma il resto è interessante solo a tratti e non molto coinvolgente. Indicato solo per i fans di Jackie Chan
Sempre in formissima, con acrobazie strepitose. Niente a che vedere coi recenti film assieme a Owen Wilson o il figlio di Will Smith
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