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Riflessi in un occhio d'oro

Regia di John Huston vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Riflessi in un occhio d'oro

di zombi
8 stelle

una violenta emozione in un giorno troppo caldo che ti fa cadere a terra per un mancamento. questo è riflessi in un occhio d'oro per me. in pratica un bel film. in un forte militare si consumano le annoiate vite di un manipolo di personaggi in cerca di qualcosa che non sia quello che hanno. un solido brian keith, una sopravvissuta(o ritornante) julie harris dritta dritta da villa crane, soccombe alla non vita del fortino, tra corna e depressione. una sguaiata liz taylor in un ruolo formidabile a lei adattissimo e doppiata perfettamente. bassa che più bassa non si può, con quei capelli lunghi che l'accorciano ancora di più. i vestiti che la tagliano in due con quel vitino da vespa sulla via dell'inchiattonimento. marlon brando, anche lui verso il viale del tramonto della sua travolgente bellezza, perennemente imbronciato e inadatto. non c'è una cosa o un essere vivente che pare essere in sintonia con lui. e robert forster, una magnifica presenza a metà strada tra il ragazzo di vita pasoliniano e uno di quei marinai-battone alla kenneth anger. un sogno erotico senza fine in pratica, che si materializza nudo che cavalca senza sella una vecchia cavalla giusto buona per le scatolette(sentenzia keith sospreso). bella la scena in cui la taylor, keith e brando lo vedono la prima volta e l'unico che si inalbera è il bel brando... la taylor ci fa su una gro/assa risata e dice al marito-brando di non rompere il cazzo. brando invece fa l'indignato, come lo farebbe qualsiasi checcaccia frustrata e repressa, che brama lo spettacolo che ha appena visto e di cui si vergogna. non succede nulla, tutto prosegue faticosamente. un party, le cavalcate, i giochi alle carte, i whisky, i brandy, l'insegnamento, le corna della taylor e di keith ai rispettivi coniugi. se solo i quattro personaggi potessero cancellare quella che è la loro attuale esistenza e farsene una nuova, non succederebbe quello che sembra inevitabile debba accadere. leggendo in questi giorni picnic a hanging rock, sembra che tutto debba accadere senza che nessuno se ne sappia dare una spiegazione. la taylor alla fine è una donna che ha un bel marito che però non la tocca. confinata in un forte a fare niente tutto il giorno, il suo unico svago è cavalcare e intrattenere una relazione con keith. il quale vive con la harris depressa e destinata ad una fine comunque sgradevole, per ciò che è successo alla figlia. alla fine la taylor non è una che si è ripassata il corpo militare del forte. e brando magari dovrebbe dare le dimissioni e andarsene a new york a dare libero sfogo a ciò che invece ricaccia ostinatamente indietro. brando è una persona che sta regredendo ad uno stato sempre più arcaico. si chiude nelle se stanze ad ammirare un cucchiaino d'argento rubato nella casa di un capitano, unica persona alla quale la harris si sente legata e che dovrà dare le dimissioni dalla carriera militare semplicemente perchè non è adatto. la harris alla fine si dimette dalla vita una volta arrivata nella clinica per malattie mentali. e keith addolorato continua a sperare che l'omosessuale che le faceva da dama di compagnia torni. alla fine la vita è fatta di abitudine alle cose o di incompatibilità alle cose.è triste, molto triste quando brando vede forster girare intorno alla propria casa, avvicinarvisi ed entrarvi. speranzoso si mette seduto sul letto, aggiustandosi la vestaglia. ma quando vede che non va da lui ma entra nella stanza della moglie, invece di impugnare la vita, inpugna un'arma e fa fuoco. bellissimo il finale. huston continua a passare da forster, alla taylor urlante a brando, causando nello spettatore un intontimento. ricompare la didascalia che aveva aperto questo desolante quadro, che dice freddamente che qualche anno addietro in quel fortino fu commesso un omicidio. fine

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