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Computer Chess

Regia di Andrew Bujalski vedi scheda film

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La recensione su Computer Chess

di supadany
4 stelle

Di certo non manca il potenziale a questo film, non mancano le idee, ma forse non sono proposte e sviluppate sempre con un’equilibrio calzante; comunque i tempi (intendo i primi anni ottanta) sono riproposti con una genuina ricerca della forma (a tutti gli effetti appare come un film proveniente da un’altra epoca e non solo per l’utilizzo del bianco e nero), ma più di qualcosa non mi ha convinto.

Primi anni ottanta, un gruppo di progettisti di programmi di scacchi si presenta ad un meeting ognuno con i propri programmi sviluppati, in principio per discutere sull’evoluzione dell’elaboratore artificiale e del suo rapporto con l’uomo e poi per partecipare ad un torneo con un cospicuo premio per il vincitore finale.

Durante il torneo uno dei partecipanti nota che qualcosa non funziona come dovrebbe nella sua macchina e decide di approfondire il problema scoprendo risvolti inaspettabili.

L’impegno non è affatto mancato nella realizzazione di questo film, ma se da un lato ci sono alcune osservazioni interessanti (per esempio sul futuro del computer, sul suo possibile utilizzo e sulla sfida dello stesso con l’uomo) dall’altro mi è parso un po’ troppo dispersivo, concentrandosi poco, e troppo in là, su quella che è poi la svolta narrativa (con il feto che compare sul monitor), perdendosi in rivoli francamente a volte pretestuosi e soprattutto poco interessanti.

Così dopo un’introduzione che odora felicemente di “storia” (elaboratori dalle forme ingombranti e telecamere d’annata), per buona parte vi è poco da registrare di interessante, insomma la preparazione alla svolta mi è parsa fin troppo dilatata e con poche idee significative (tra queste ad un certo punto durante un dialogo a due vi è un montaggio improvvisamente convulso molto efficace).

Molto meglio l’ultima mezz’ora, ma a parte la chiusura e qualche spunto registico intrigante anche qui non mancano i dubbi, su tutto personalmente avrei “perso” qualche minuto in più sul confronto tra il giovane programmatore e la sua macchina/programma, ma poi il finale lascia i giusti dubbi del caso.

Dunque si tratta sicuramente di un prodotto anomalo, realizzato con un brillante gusto d’epoca, ma che avanza in maniera macchinosa (e le macchine in questo caso non c’entrano nulla) e che tende a deviare più volte senza trovare altrettante sponde valide.

Probabilmente non si merita una bocciatura, ma personalmente non riesco ad attribuirgli un giudizio completamente soddisfacente.

Peregrino.   

Su Andrew Bujalski

Merita un applauso per come è riuscito a far sembrare il suo film un prodotto d'altri tempi, tanto che si fatica a credere che così non sia (in questo è stato fatto un lavoro incredibile).
Sul resto ho più dubbi che certezze, ma il suo operato non è certo di quelli "mordi e fuggi".
Rimandato, ma se rivedrò in futuro il suo nome su qualche cartellone sarò curioso di vedere il suo film.

Su Patrick Riester

Sicuramente come "nerd" intellettualoide come mille dubbi funziona.
Interessante.

Su Myles Paige

Per certi versi intrigante, ma non sempre congeniale.

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