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Quel venerdì maledetto

Regia di John Mackenzie vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quel venerdì maledetto

di Donapinto
7 stelle

Harold Shand (Bob Hoskins) e' il boss incontrastato della malavita londinese, prevalentemente impegnato nelle speculazioni edilizie. Proprio quando e' sul punto di chiudere un grosso affare con un'importante società americana, le sue proprietà e alcuni suoi uomini, sono vittime di attentati da parte di un nemico tanto invisibile, quanto potente e organizzato, screditando così' la sua immagine nei confronti dei suoi nuovi soci.                                                                                                                                                                            Solido esempio di gangster-movie Made in England, genere (purtroppo) poco battuto dalla cinematografia d'oltremanica, che anche se non si dimostra opera impeccabile e ineccepibile, resta sempre e comunque di notevole interesse, nonostante la pellicola in questione firmata da John Mackenzie, goda in patria di un prestigio forse un po' eccessivo. Infatti la British Institute, lo ha inserito nella classifica dei 100 migliori film britannici del XX secolo, onorandolo addirittura di un 21' posto. Classifica che con mio grosso rammarico non annovera il bellissimo IN COMPAGNIA DEI LUPI di Neil Johrdan. In compenso  però figurano titoli come MONA LISA e LA MOGLIE DEL SOLDATO, diretti dal medesimo regista irlandese. QUEL VENERDÌ MALEDETTO (il film e' conosciuto in Italia con almeno tre titoli differenti, seppur molto simili) si fa apprezzare per l'ambientazione londinese, sempre molto seducente, e gli attori, da sempre punto di forza del cinema inglese, con Bob Hoskins in uno dei suoi pochi ruoli da protagonista. Attore che come altri suoi bravissimi colleghi (Peter Boyle, John Goodman...) non ha mai goduto dello status di star, a causa probabilmente di un'estetica fisica non adatta ai tradizionali canoni cinematografici. La cosa che più mi ha lasciato perplesso e sbigottito, e' che solo poco prima di scrivere questa recensione, sono venuto a conoscenza della sua morte avvenuta nel 2014, con ben sei anni di ritardo. La cosa comunque più interessante del film di Mackenzie, resta il periodo e il contesto della pellicola: ascesa della Tatcher, Regno Unito che si appresterà ad entrare nell'Unione Europea (per poi uscirne) e le bombe dell'IRA nelle città' inglesi, infatti due o tre anni prima ne esplosero un paio a Birmingham. Dura e scioccante la scena del guardiano crocifisso sul pavimento, infatti a quanto pare quando l'IRA voleva punire qualcuno (in questo caso perché l'uomo in questione sapeva e parlava troppo) usava questo brutalissimo sistema. Ricordo che negli anni 90' lessi una notizia su un quotidiano, di uno spacciatore che a Belfast aveva subito il medesimo e barbaro trattamento. Non mi stupisco dunque che quando qualche anno fa' sono stato nell'Ulster, mi e' stato riferito che l'IRA si e' riciclata in un'organizzazione malavitosa. Buono il risultato complessivo del film, anche se non ai livelli del CARTER diretto da Mike Hodges nel 1971, che reputo un vero e proprio prototipo. Finale beffardissimo, con Bob Hoskins inquadrato in un lungo primo piano, che sembra ormai  rassegnarsi alla sconfitta subita. Esordio sul grande schermo per un giovanissimo Pierce Brosnan, nella parte del killer dell'IRA. Un cameo molto incisivo, nonostante si veda poco e non pronunci neanche una parola.                                                     

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