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Anni felici

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su Anni felici

di steno79
6 stelle

"Ordinaria amministrazione" ? A me sembra proprio di si. Daniele Luchetti torna a realizzare un film ambientato negli anni Settanta come "Mio fratello è figlio unico ", ma i risultati sono meno interessanti. Stavolta vuole omaggiare la sua famiglia con un film in buona parte autobiografico dove nei due protagonisti sono adombrati i suoi genitori: un artista ribelle e anticonformista che tradisce la moglie pur restando legato alla famiglia,  e una moglie borghese che sarà messa a dura prova dai comportamenti del marito e finirà per sbandare in una direzione "lesbo" prima di cercare di rimettere a posto i cocci. Il titolo suggerisce che, nonostante le tensioni affettive e i fermenti culturali e sociali dell'epoca,  per Luchetti i ricordi della prima adolescenza restano positivi. Il film mi è sembrato un po' indeciso, discontinuo: gli sceneggiatori Rulli e Petraglia stavolta privilegiano la dimensione privata tralasciando l'affresco storico che faceva da sfondo alla Meglio Gioventù e in parte anche al film con Elio Germano e Riccardo Scamarcio,  ma quello che resta sullo schermo è una serie di schermaglie e confronti spesso accesi tra i personaggi che puzzano di già visto,  drammaturgicamente non portano granché di nuovo e si risollevano un po ' soprattutto grazie all'impegno degli attori. Luchetti vorrebbe raccontare la conquista di una libertà interiore,  l'affrancamento dai condizionamenti sociali in un periodo di transizione,  ma mi sembra che queste restino nel limbo delle buone intenzioni e i personaggi non abbiano molto spessore. Kim Rossi Stuart fornisce una buona prova nel ruolo del padre instabile e forse ruba la scena ad una Ramazzotti che comunque non sfigura; fra i caratteristi si rivede la tedesca Martina Gedeck che già fu nelle "Vite degli altri" e che qui interpreta l'amica per cui la madre prenderà una sbandata. La confezione è naturalmente accurata e colpiscono alcune scene di nudo, compreso quello  (non integrale) di Kim; personalmente mi aspettavo qualcosa di più originale,  ma sembra che il regista e gli sceneggiatori non abbiano voluto rischiare più di tanto stavolta,  accontentandosi di un risultato diligente. 

 

Voto 6/10

 

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