Espandi menu
cerca
Centro Histórico

Regia di Aki Kaurismäki, Pedro Costa, Victor Erice, Manoel de Oliveira vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 316
  • Post 214
  • Recensioni 6401
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Centro Histórico

di alan smithee
7 stelle

Nel 2012 la città portoghese di Guimarães viene proclamata "capitale europea della cultura".

Per celebrarne la circostanza, quattro grandi cineasti si cimentano in altrettanti piccoli progetti intenti in qualche modo a catturarne qualche appiglio, senza per questo venir meno ognuno al proprio stile ed al proprio concetto di cinema.

Apre il regista finlandese Aki Kaurismaki, che in "Uomo taverna" racconta, con la comicità trattenuta e seriosa che lo caratterizza sin dagli esordi, la quotidianità di un solitario oste, preso a tentare goffamente di riqualificare il proprio squallido e deserto locale, anche come soluzione volta a cercare di difendersi contro una emarginazione che lo confina verso un isolamento che pare una condizione inesorabile.

In "Dolce esorcista" il portoghese Pedro Costa ci introduce il personaggio di Ventura, protagonista del suo ottimo e successivo lungometraggio dal titolo Cavallo denaro: un vecchio dolente e smemorato, che in questa occasione, lungo un tragitto senza fine tra le pareti metalliche ed asettiche di un ascensore, incontra il fantasma del soldato ucciso in gioventù e prova in qualche modo a regolare i conti con la sua coscienza di uomo vicino alla fine, propenso ad una soluzione pacifica e conciliatrice.

Victor Erice, in "Finestre rotte", ci conduce all'interno ormai fatiscente e desolato di quella che fu una delle più fiorenti e grandi industrie tessili d'Europa, ora in stato d'abbandono dopo la scelta degli esponenti di delocalizzare la produzione presso i paesi emergenti. Attraverso una serie di accorate testimonianze di ex operai, ora anziani, poveri ed in difficoltà, si rivivono i fasti di un'industria che, nella durezza del suo lavoro, forniva comunque possibilità di sostentamento ad un intera città, creando sinergie ed indotti ora completamente retaggio di un passato fiorente ed irripetibile. 

Ci accommiata dal curioso progetto Manoel de Oliveira con il suo ironico "Il conquistatore conquistato", in cui il vecchio tenace regista segue un folto gruppo di turisti alle prese con la visita alla statua di Alfonso Henriques, primo re portoghese.

Ogni regista rimane fedele al suo stile, di fatto unico ed inimitabile. Kaurismaki e de Oliveira firmano due corti frizzanti ed ironici da dieci minuti ciascuno, mentre i due episodi centrali, quello di Costa e il documentario di Erice, sono di fatto i due episodi portanti per complessità e durata; ambedue poggiati sulla potenza di un ricordo e su epoche vissute in nome di una grandezza che ora non c'è più, piegata dal passare degli anni, dalla rassegnazione e dalla vecchiaia che si porta via inesorabilmente tutto, anche i ricordi. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati