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Nymphomaniac

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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La recensione su Nymphomaniac

di port cros
8 stelle

NYMPHOMANIAC Vol. I

A Nizza il primo dell'anno un cinefilo ben noto su questo sito mi ha portato a vedere la versione censurata della prima parte di Nymphomaniac (che alla fine conteneva diverse scene esplicite, quindi non si capisce bene che cosa è stato tagliato e con quale criterio).

Il film si basa sul racconto, diviso in capitoli, della sua vita di "ninfomane" che la protagonista Joe fa ad un maturo ebreo, Seligman, che l'ha soccorsa mentre giaceva pesta in un vicolo. Joe inizia dalle prime esperienze infantili e poi adolescenziali, con la complicità di un'intraprendente amica (B.) che la istruisce al "culto" del sesso senza amore (formano anche un club le cui componenti promettono di non fare mai sesso più di una volta con lo stesso uomo), e prosegue finché nel susseguirsi di amplessi si introduce proprio quel sentimento che Joe voleva evitare, l'amore, nei confronti di Jerome, il primo ragazzo con cui aveva fatto sesso e che rincontra per caso anni dopo. La donna ricorda Jerome con sentimenti ambivalenti, da una parte di fastidio, mentre dall'altra ammette che "l'amore è l'ingrediente segreto del sesso". Il dialogo con Seligman porta Joe ad associare la propria voracità sessuale alle passioni dell'uomo, dalla pesca alla musica polifonica. Joe parla anche dei rapporti coi genitori, soprattutto col padre interpretato da Christian Slater. La protagonista ha un'atteggiamento di condanna verso se stessa, si definisce "una cattiva persona" per come, nella sua continua ricerca di nuovi amanti, non avesse nessuna considerazione per i sentimenti altrui e per le conseguenze delle sue azioni (vedi il rapporto orale sul treno con l'uomo che voleva conservare il suo sperma per mettere al mondo un figlio con la moglie o l'episodio di Mrs H), mentre Seligman, che pure appare come un essere asessuato, è molto comprensivo nei suoi confronti.

Pur non mancando ovviamente nel film le scene di sesso e e le inquadrature di organi genitali, il film non scade mai nel voyerismo banale e nella pornografia ed è anzi ricco di riferimenti all'arte, alla matematica, alla musica, ed è diretto splendidamente (mi ha colpito il capitolo 5 in cui la "polifonia sessuale" è rappresentata attraverso la tecnica dello split screen).

Tra gli attori del notevole cast una menzione particolare per Uma Thurman nella parte di Mrs. H.

Ho trovato il film molto affascinante ed aspetto l'uscita della seconda parte per capire dove il regista ci vuole condurre, soprattuttto se avrà uno sviluppo la relazione con Jerome e se e come verrà risolta la dicotomia amore/sesso.

 

NYMPHOMANIAC Vol. II

Poco più di un mese dopo, con lo stesso famigerato cinefilo di cui sopra, sono tornato al cinema Rialto di Nizza per vedere la seconda parte di Nymphomaniac, sempre nella versione “corta e censurata”.

Devo dire che non ho trovato questa seconda parte all'altezza della prima: è come se Von Trier avesse dato e detto il massimo nella prima parte del film, e qui si trascinasse più stancamente. Rispetto al primo capitolo sono più rare anche le scene di grande impatto visivo, a parte quella bellissima nella quale la protagonista trova il suo “albero anima” sulla cima rocciosa di una montagna.

In questi ultimi tre capitoli Joe continua il racconto della sua ossessione sessuale, in cui ormai non c'è quasi più spazio per il rapporto fisico tradizionalmente inteso: Joe è incapace di giungere all'orgasmo; il ménage- à -trois immaginato con due uomini neri non si realizza per le loro discussioni; con il masochista K. (Jamie Bell) non vi è nemmeno penetrazione, ma il piacere nasce esclusivamente dal dolore che le infligge con le sue frustate; e d'altronde la vagina di Joe è ormai danneggiata al punto che non riesce nemmeno più a masturbarsi. La donna cercherà anche invano di liberarsi dalla sua ossessione frequentando un gruppo di aiuto per “sex addicts”. Infine, il tentativo di Joe di allevare un'”erede” si rivelerà un'ennesima delusione e la sequenza 3+5 di Fibonacci tornerà beffardamente a segnare il suo rapporto con Jerome: capiremo così perché la donna si trovava pesta nel vicolo in cui Seligman l'ha soccorsa.

Dopo aver ascoltato tutto il suo racconto, Seligman trae una morale “femminista” dalla vicenda di Joe: tutto lo scandalo e la riprovazione suscitati dalla sua ossessione sessuale derivano dal “doppio standard” di una società che condanna la la sessualità femminile, mentre se fosse stata un uomo le cose che ha fatto sarebbero state considerate “normali” (e in effetti lo stesso termine “ninfomane” è esclusivamente utilizzato in riferimento alle donne).

La scena finale, che vede un inatteso ribaltamento dei ruoli tra Joe e Seligman, non mi ha convinto fino in fondo.

Riguardo a quanto mi chiedevo alla fine dell'opinione sulla prima parte, la dicotomia amore/sesso non viene in realtà risolta: se per la protagonista continuare la sua vita di eccessi sessuali diventa sempre più insopportabile, anche la costruzione di una famiglia “normale” con Jerome si rivelerà impossibile.

Rimane la curiosità di vedere la versione integrale per capire cosa può esservi in addirittura un'ora e e mezza di materiale ulteriore.

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