Regia di John Waters vedi scheda film
Sua Divina Disgustevolezza, l'Abnorme Divine (all'anagrafe Harris Glenn Milstead, meglio conosciuto nei panni del travestito più eccessivamente trash mai apperso nel grande schermo) nel ruolo di una "desperate housewife" in piena regola che ne passa di tutti i colori.
Grasse risate (è proprio il caso di dirlo, vista anche la stazza della nostra Divina) per una commedia kitschissima come ci si aspetta da Waters, arbitro di demenza a suo tempo giustamente riconosciuto, a tutt'oggi da riscoprire da coloro che apprezzano il genere.
Con "Polyester" Waters si propone ad un più vasto pubblico dopo anni di militanza nel cinema più underground, e si vede. Decisamente più addomesticato e meno spudorato, sboccato e mordace di "Pink Flamingos", per esempio: al modesto parere di chi scrivere l'apice del trash che si sia mai potuto vedere fino ad oggi, così pesantemente trash da risultare sconvolgente e memorabile. In "Pink Flamingos" la nostra Divine si presta ad alcune prodezze per mantenere il titolo di "persona più disgustosa esistente"!
Per rivolgersi al grande pubblico l'oltraggio va ridimensionato, e rispetto ai precedenti di Waters in Polyester la sensazione è proprio questa. La trovata pubblicitaria dell'"odorama" poi è kitsch, in pieno stile Waters!
La satira cattiva rimane, un po' meno oltraggiosa: il mirino è puntato sulla famiglia, come in altri film successivi, per esempio "La signora ammazzatutti".
Consigliato a coloro che qualche volta hanno bisogno di lasciarsi andare ad un po' di gustosa demenza.
Divine rimarrà ancora il feticcio di John Waters per "Grasso è bello": con la scomparsa nell'88 diviene leggenda che consegna la drag queen e i suoi personaggi alla storia come veri e proprio simboli pop/trash della società americana.
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