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La poliziotta

Regia di Steno vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La poliziotta

di axe
7 stelle

Gianna Abbastanzi vive nella cittadina di Ravedrate. Stanca di essere sfruttata da un datore di lavoro che la sottovaluta e di uno sterile rapporto con uno scialbo negoziante del luogo, entra nel corpo dei vigili urbani e partecipa con entusiasmo al corso di formazione. Le sue solerzia e rettitudine la portano ben preso in conflitto con i maggiorenti della cittadina. Il più potente tra essi, parlamentare, è costretto a muoversi in prima persona per impedire che gli scandali locali ne pregiudichino la carriera politica; per la vigilessa si preannunciano tempi cupi, ma ella può contare sull'aiuto di Ruggero Patanè, un magistrato sinceramente innamorato da lei. Steno dirige Mariangela Melato in una commedia pungente ed a tratti amara, nella quale esprime una forte critica verso alcuni aspetti della società del suo tempo. La prima parte del film ci racconta di un contesto di provincia decisamente poco attraente. L'amenità e la tranquillità della cittadina immaginaria di Ravedrate nascondono un "sottobosco" di malaffare; personaggi della politica, imprenditoria, forze dell'ordine si scambiano favori a danno dei cittadini onesti e della salute pubblica. Ogni loro mossa contro la vigilessa, la quale presenta denunce su denunce a causa gli illeciti rilevati durante la sua attività peggiora la situazione. Gianna, novella Giovanna D'Arco, dal suo canto, vede la divisa e le prerogative ad essa riconosciute quale strumento di riscatto (e non vendetta) per una vita priva di prospettive; il suo essere piacente la rende oggetto di molestie quotidiane, da persone note o sconosciute; Claudio, il suo compagno, le dimostra che persona di poco valore sia, nel momento in cui ella gli prospetta l'ipotesi d'essere incinta; non approva che l'anziana mamma trovi normale far da serva al padre. Nel ruolo di vigilessa, Gianna non fa altro che il suo dovere. I suoi avversari sono riuniti in una consorteria che comprende il sindaco Brembani, un assessore, il capo dei vigili, un farmacista, un senatore, fratello del capo dell'amministrazione e protettore degli interessi locali nell'ambito della politica nazionale. La famiglia Brembani possiede un biscottificio il quale lavora in spregio ad ogni norma igienica ed ambientale; ciò è tollerato anche da chi non ci guadagna direttamente, in quanto l'azienda dà lavoro a buona parte della cittadinanza. Le prove, nonostante i tentativi di insabbiamento, giungono al pretore Patanè. Egli non solo per amore di Gianna, ma anche per spiccata rettitudine sceglie di portare avanti l'inchiesta, nonostante il superiore tenti di farlo desistere prospettando un trasferimento in una "sede disagiata". Contro l'associazione a delinquere c'è poco da fare; l'intera Italia, purtroppo, è impregnata di clientelismo e malaffare. Il meccanismo non può essere arrestato poichè lo sviluppo della nazione è basato su di esso. Il cittadino ne gode per i vantaggi immediati, ma soffrirà per i maggiori e futuri svantaggi. Lo sceneggiatore rappresenta ciò adottando come simbolo il biscotto Brembani. Dolce, appetitoso, vanto dell'economia locale, è prodotto con ingredienti scadenti, e gli scarti di lavorazione avvelenano l'ambiente e le persone. Gianna e Ruggero non riescono a cambiare le cose; ma conservano la dignità, non essendosi piegati ai soprusi, ne' adattati al sistema. Mariangela Melato veste i panni - e la divisa - di Gianna, donna di popolo ma non stolida; bella ma non vanitosa; da vigilessa è arcigna e decisa, e non rinuncia alla sua umanità; ciò le complica la vita. Anch'ella commette un reato, omettendo di denunziare, al fine di proteggerlo, la presenza un nucleo familiare in difficoltà, troppo grande per l'abitazione che ha a disposizione. Corteggiata da più uomini, saprà infine individuare la persona giusta. L'affiancano Renato Pozzetto - Claudio, prototipo del ragazzone benestante interessato a godere la vita tenendosi lontano da rischi e responsabilità; Orazio Orlando - il pretore Ruggero Patanè, uomo di legge poco disponibile a compromessi e timido innamorato di Gianna; Mario Carotenuto - il comandante del corpo dei vigili urbani, panciuto garante della tranquillità di corrotti e corruttori;  Alberto Lionello - assessore Monti, prototipo del criminale in "colletto bianco", uomo di cultura e buone maniere, ma assolutamente vile e spregiudicato. Sono suoi degni compagni il tremebondo sindaco (Lorenzo Logli), con figlio spocchioso e prepotente (Umberto Smaila) e fratello senatore (Armando Brancia), quello che ha più da perdere dall'evoluzione della vicenda. Fanno brevi apparizioni Pia Velsi (mamma di Gianna) ed Alvaro Vitali (un vigile entrato nel corpo insieme a Gianna, a dispetto di una totale inettitudine, grazie alla raccomandazione di un parente porporato). I toni sono quelli della commedia; c'è molta comicità; non mancano richiami all'erotismo. Ma la sceneggiatura rifugge dalla scelta di intrattenere con tali mezzi, concentrandosi sulla critica sociale. L'immaginario comune di Ravedrate, nella provincia fittizia di "BP", potrebbe essere un qualunque luogo dell'Italia settentrionale; lo sviluppo delle corrispondenti società è come un "biscotto avvelenato". Avviene tra iniquità di ogni sorta, grazie a consolidate dinamiche clientelari, scambi di favori, complicità ai livelli più alti; inoltre, non è accompagnato da una crescita morale. Gianna si scontra quotidianamente con maschilismo, sessismo, culto dell'apparire. "La Poliziotta" è il film ... che non ti aspetti. A tratti divertente, a tratti amaro; la critica elevata da Steno è infatti, purtroppo, ancora estremamente attuale.

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