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La pietra che scotta

Regia di Peter Yates vedi scheda film

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La recensione su La pietra che scotta

di degoffro
8 stelle

Perché oggi non si riescono più a realizzare opere così riuscite, divertenti senza essere volgari, intelligenti e spiritose, con un cast molto azzeccato, sceneggiatura ad orologeria (dell'esperto William Goldman) in cui ogni elemento è al posto giusto? L'ambasciatore di uno stato africano che ha appena raggiunto l'indipendenza ingaggia un gruppo di simpatici e decisamente pasticcioni rapinatori, affinché recuperino da un museo di Brooklyn una pietra preziosa simbolo del suo paese. La compagnia è quantomeno sui generis: George Segal è un tipo molto agitato e casinista, si esalta perché il loro colpo, peraltro non riuscito, è sulle prime pagine dei giornali, ha grande ammirazione e totale fiducia nel cognato Robert Redford, l'esperto del gruppo, compassato e all'apparenza tranquillo e sicuro di sé (si scoprirà poi che anche lui ha diversi problemi allo stomaco e che inoltre è anche piuttosto sprovveduto se è vero che si fa rubare il suo prezioso orologio da un poveraccio in una sequenza di grande humor: al barbone che gli dice quanto apprezzi il suo orologio, Redford risponde di scrivere a Babbo Natale, magari ne riceverà in regalo uno identico); c'è poi l'esperto di esplosivi e un quarto soggetto, meccanico, che colleziona i Gran premi acustici di Formula Uno, ascolta cioè dischi in cui sono riportati i rombi e ogni minimo rumore delle macchine sui circuiti di gara!! I nostri eroi comunque sono pronti per un'impresa che non pare impossibile, soprattutto perché l'ambasciatore è disposto a fornire loro ogni mezzo necessario pur di riavere la sua pietra. Già nel museo però sorgono i primi problemi: George Segal ha delle difficoltà a scardinare le serrature e, una volta riuscito, rimane intrappolato nella campana di vetro dove è protetta la pietra (sequenza davvero esilarante e spassosa). L'arrivo delle vere guardie giurate, distratte con un finto incidente, costringe i nostri a fuggire e uno di loro, arrestato, pur di non cedere la pietra la ingoia. Dopo essere riusciti a far evadere il loro compagno, vengono a scoprire che ha lasciato la pietra nella sua cella. Grazie alla continua e paziente collaborazione dell'ambasciatore, al quale presentano liste sempre più impegnative (l'ambasciatore si domanda se prima o poi avranno bisogno anche di un potente sommergibile per riprendere il prezioso), i nostri improvvisati banditi volano con estremo pericolo (per sé e per la città) con un elicottero sopra New York e non senza difficoltà e sbagli (atterrano anche sopra un palazzo nella convinzione che sia la prigione, salvo poi scoprire, grazie a due vecchietti piuttosto increduli, che avevano sbagliato indirizzo e che devono volare ancora per due isolati) riescono a penetrare, certo senza passare inosservati, nel penitenziario (la guardia chiede loro se non hanno sbagliato posto!!!) ma qui trovano un'altra sorpresa: la pietra non c'è più. Chi l'avrà presa? A questo punto entra in gioco un losco e avido avvocato (uno strepitoso e come al solito irresistibile Zero Mostel capace di corrompere il fino ad allora irreprensibile ambasciatore) e ci sarà bisogno addirittura dell'aiuto di una maga ipnotizzatrice (Afghanistan/Bananistan) prima della sorpresa finale. Ritmo indiavolato (Peter Yates è un artigiano con i fiocchi, di quelli di cui Hollywood ormai da tempo ha perso lo stampino), battute a gogò, interpreti brillanti e spassosi (grande Redford, scintillante Segal), divertimento allo stato puro senza un attimo di noia, colpi di scena a ripetizione, situazioni esagerate ed incredibili come nei cartoon più assurdi, ironia sagace e contagiosa. Cinema di puro intrattenimento, rilassante, intrigante e allegro, piacevole e mai monotono: dunque cinema da rimpiangere profondamente.
Voto 7+

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