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Il sospetto

Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film

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La recensione su Il sospetto

di munnyedwards
8 stelle

Può esistere il male negli occhi innocenti di una bambina?

No, non può esistere.

Almeno che non ci si trovi di fronte ad una storia di pura fantasia dove più di una volta, sia in campo cinematografico che letterario, i bambini sono diventati assoluti protagonisti di una malvagità senza confini.

Ma ovviamente non è questo il caso, non è il caso del film di Thomas Vinterberg (fondatore insieme a Von Trier dell’ormai defunto manifesto Dogma ’95), in questa storia siamo infatti profondamente ancorati alla realtà e al nostro vivere quotidiano, per cui il male non può prosperare negli occhi innocenti di una bambina, tantomeno nelle sue parole.

Ma come un serpente invisibile il male può contaminare tutto quello che gli sta intorno, perché gli adulti sono accumulatori naturali di odio e intolleranza, e a volte basta uno spunto, un accenno, un dubbio…un sospetto.

Il tema degli abusi sessuali sui minori è un tema delicato, molto difficile da trattare su schermo, negli ultimi anni sono usciti alcuni film che affrontano l’argomento, mi viene in mente il recente e fortunato Il caso Spotlight (premiato con l’Oscar) e il meno riuscito Il dubbio (con Meryl Streep e P.S. Hoffman), in entrambi i casi la vicenda si sviluppava all’interno dell’ambiente ecclesiastico, prendendo rispettivamente spunto da un vera inchiesta giornalistica e da una pièce teatrale (vincitrice del Pulitzer) firmata John Patrick Shanley.

Vinterberg invece non segue questa strada ma anzi cambia completamente prospettiva, angolazione, studio della problematica, e per fare questo si pone una domanda semplice quanto inquietante:

Che succede quando un insegnante viene ingiustamente accusato di aver abusato di una bambina?

 

locandina

Il sospetto (2012): locandina

 

Lucas (Mads Mikkelsen) è un maestro d’asilo, appena uscito da un difficile divorzio (la moglie non gli fa vedere il figlio) cerca di rifarsi una vita in un villaggio di periferia, uno di quei posti dove tutti sono amici e si conoscono da sempre, uno di quei luoghi dove certe cose non succedono mai, nemmeno nei peggiori incubi.

E invece per una strana serie di coincidenze, l’affetto naturale di una bambina per il suo insegnante, una foto pornografica (“con un pene che punta dritto verso il cielo”) mostrata dai fratelli più grandi alla bambina stessa, delle parole mal interpretate che generano una reazione di rivalsa, tutti elementi di per sè innocui e insignificanti ma che miscelati nel modo sbagliato accendono una miccia pericolosa, la miccia di una bomba invisibile in grado di distruggere la vita di una persona.

E questo è quello che accade, Klara la figlia del miglior amico di Lucas parla con la direttrice dell’asilo e più o meno chiaramente fa intendere di essere stata abusata, non lo dice in modo esplicito perché la cosa non è mai avvenuta ma tra una mezza parola e l’altra il germe del dubbio prende forma, una piccola larva cresce nel cervello dell’anziana dirigente (“io credo sempre ai bambini, loro non mentono mai!”) e da lì in poi sarà un crescendo di follia pura.

 

Mads Mikkelsen

Il sospetto (2012): Mads Mikkelsen

 

Inutile evidenziare come il punto forte del film di Vinterberg sia proprio questo cambio di rotta concettuale nell’analisi del dramma, il mostrare come sia terribilmente facile creare dal nulla un meccanismo di diffamazione che lentamente ma inesorabilmente porta al completo annullamento della reputazione di una persona.

Lucas da uomo benvoluto e perfettamente integrato nella comunità diventa di colpo un appestato, un verme colpevole del più atroce dei delitti, tutti (o quasi) gli amici con i quali un tempo passava le giornate lo schifano come il peggiore degli animali, e tutto questo senza avere nessuna certezza dei fatti che gli vengono contestati.

E’ sufficiente il sospetto, le mezze parole di Klara in parte estorte da adulti subito pronti a puntare il dito trasformando un rispettabile cittadino in una versione moderna del mostro di Frankenstein, ed è così che il regista c’è lo presenta verso la fine del film, l’inevitabile metamorfosi mentale (l’isolamento) e fisica (i pestaggi) ci rendono un protagonista deformato da una colpa inesistente, un uomo che vaga impotente in attesa di essere scagionato, di essere creduto da quelle persone che lui considerava amici e che invece gli voltano le spalle.

 

Soggetto e sceneggiatura sono firmati a quattro mani da Vinterberg e da Tobias Lindholm, una base narrattiva di grande impatto drammatico che è anche un acuto studio delle contemporanee dinamiche sociali in un contesto definito e realistico, Il sospetto è un film che centra pienamente l’obiettivo prefissato perché fotografa con impietosa efficacia la nascità di una realtà virtuale, la creazione di un mondo altro dove ogni singolo elemento contribuisce alla distruzione della logica e del diritto.

E una volta che il marchio dell’infamia ti ha segnato niente lo potrà più cancellare, perché il tempo e i sofferti chiarimenti attenuano il dolore ma non possono rigenerare il microcosmo sociale ormai distrutto, al massimo ne creano un surrogato fatto di ipocrisia, di falsi sorrisi, di strette di mano necessarie, tutto sembra come prima ma niente lo è, Lucas ne è consapevole perche gli occhi dei suoi ex amici non mentono e i colpi di fucile sono avvertimenti da non sottovalutare.

Intensa la prova, premiata a Cannes nel 2012, di un sempre piu convincente e maturo Mads Mikkelsen, la pellicola fu canditato anche agli Oscar come miglior film straniero, battuta non so quanto meritatamente dal nostro La grande bellezza di Sorrentino.

Voto: 8.5

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