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Tulpa - Perdizioni mortali

Regia di Federico Zampaglione vedi scheda film

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La recensione su Tulpa - Perdizioni mortali

di maurizio73
4 stelle

Brillante e irreprensibile manager di giorno, la notte la bella Lisa si trasforma nella spregiudicata e disinibita frequentatrice di un locale sado-maso dove si pratica sesso estremo e discipline tantriche. Quando tra le vittime di un misterioso e sanguinario killer seriale, iniziano a comparire alcuni suoi colleghi di lavoro con cui sembra aver avuto violenti dissapori, i sospetti convergono inevitabilmente su di lei...
Forse nel tentativo di rinverdire i fasti del giallo-horror che rese celebri le perversioni splatter e le trovate artigianali del cinema 'de paura' dell'Argento nazionale, Federico Zampaglione si lancia a capofitto in un'operazione che, con totale sprezzo del ridicolo, vorrebbe contaminare la matrice letteraria del giallo esoterico con gli stereotipi più classici e consumati del cinema slasher, dal maniaco solitario nerovestito e impenetrabile che dissemina la notte di cadaveri orribilmente mutilati alle sottili e ambigue perversioni di una insospettabile ed avvenente yuppie di successo (vi ricorda qualcuno...magari dalle parti di Manhattan?). Puntando sui contrasti circadiani tra il tran tran di una vita diurna scandita dalle strategie di marketing e l'immancabile jogging a 'Central Park' (pardon 'ar Pincio') e le 'innocenti evasioni' di un menage notturno di orge e sproloqui simil-buddisti (a proposito: prima di ordinare state sempre attenti a chi trovate al banco di mescita!), il buon Zampaglione suggerisce un'atmosfera di ambiguità e mistero indecisa e confusa tra Freud (vestita per uccidere?) e Venerdì 13 (mascherata per uccidere!), laddove latitano inspiegabilmente tanto la detection (irrinunciabile in qualunque giallo che si rispetti) quanto un qualunque personaggio necessario all'uopo (un Tony Musante piuttosto che un David Hemmings qualsiasi), mentre tutto viene affidato da un lato all'inconsistenza di personaggi di cartapesta (i finti colleghi di un consiglio di amministrazione che farebbe fallire persino un convento di carmelitane scalze piuttosto che un guru che biascica incomprensibili frasi in un affettatissimo accento british) e dall'altro dalle pretestuose dinamiche relazionali della bella e disinvolta protagonista che sembra il fulcro (inconsapevole?) di uno smodato spargimento di sangue. Incongruente quanto inconsistente da un punto di vista narrativo, il plot si divide tra l'assurdità tanto delle motivazioni apparenti (la rivalità,la gelosia) quanto la presunzione di quelle afferenti (l'esercizio di un mefistofelico portere esoterico) finendo per gettare discredito su di un soggetto non privo di un certo fascino e meritevole di uno sviluppo adeguato. Tra pornografia a buon mercato e raccapriccianti e gratuite scene splatter, l'autore dirige una imbarazzante compagine di attori (perfino un professionista stimato come Placido,sic!) tranne forse che per la protagonista principale, una Claudia gerini bella e conturbante come sempre che,una volta in più, ha deciso di farlo prorpio 'strano'.

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