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Qualcosa nell'aria

Regia di Olivier Assayas vedi scheda film

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La recensione su Qualcosa nell'aria

di Spaggy
8 stelle

Alzatevi e indignatevi. Reagite a dispetto di chi vuole incanalare i vostri ideali. Trovate la forza di alzare la testa, affrontare il gruppo dei pari e cercare risposte che solo la vostra coscienza  può fornirvi. Non agite per spirito di emulazione, non uniformatevi alla massa e non smettete mai di guardare al domani. Rileggendo la gioventù post maggio '68 Olivier Assayas lancia un messaggio alle nuove generazioni contemporanee, interessate a vivere il presente senza chiedersi cosa è stato il passato e cosa ha in serbo il futuro. Delegare ai genitori, agli amici o agli stili di vita imposti dalla media borghesia le proprie decisioni non conduce da nessuna parte: morte fisica e morte spirituale sono all'orizzonte. Non c'è un poi se non si cammina con i propri piedi, se non ci si regge sulle proprie gambe.

Senza rientrare in alcun genere prestabilito, Après mai parte come un film di impegno politico e si trasforma in film di formazione passando da un liceo non poco lontano da Parigi, dove un gruppo di studenti anarchici lotta per difendere i loro ideali, a un set cinematografico londinese, dove il protagonista Gilles entra finalmente in contatto con le sue aspirazioni dopo una presa di posizione lenta ma efficace.

Après mai si apre sullo sfondo degli scontri tra giovani rivoluzionari e forze dell'ordine, tra anarchici e Brigate Speciali impegnate in una guerra metropolitana per evitare una manifestazione di piazza. "Celerini bastardi" e adolescenti che hanno voglia di conoscenza sono i rivali di un sistema che fatica a tutelare i concetti di uguaglianza sociale. Mentre i poliziotti agiscono con manganelli e lacrimogeni, gli studenti agiscono con volantini stampati in segreto, manifesti affissi di notte e, all'occorrenza, molotov. Come membri di sette segrete, si riuniscono lontani da occhi pubblici, prendono decisioni fumando erba e diffidano delle notizie fornite dalle fonti ufficiali.
Dopo un episodio che mette in discussione la loro libertà, i giovani decidono di passar l'estate in luoghi e posti differenti. Un'estate che per molti significherà disillusione e ritorno con i piedi per terra: Nepal, Reggio Calabria, Kabul e Firenze diventano le tappe ultime della loro rivoluzione sociale ed individuale. Al rientro, nessuno sarà uguale a prima e, ad eccezione di Gilles, tutti si scontrano con la realtà, molto distante da come prefigurata. Se crescere vuol dire rinunciare ed allinearsi alla media borghese, Gilles non accetta passivamente ciò che le circostanze impongono e si trasforma in uomo senza abbandonare i suoi credo: da aspirante pittore a disegnatore, da segretario del padre (dirigente di una rete televisiva) ad aspirante regista.

Assayas nella sua lucida ricostruzione offre uno sguardo a tutto tondo sui giovani francesi, figli della borghesiache rifiutavano e contestavano le attività dei loro padri. Non mancano riferimenti alle culture orientali tanto di moda nel periodo, all'abitudine di viver e in comune o in gruppo, all'uso di droghe leggere e pesanti, alla passione per poeti e scrittori borderline. Con una ricostruzione storica dettagliata e una fotografia che restituisce un tempo che non c'è più (bellissima la sequenza in cui Gilles incontra Laure in un sentiero bucolico), Après mai non rilegge una storia universale ma descrive più che un momento storico un periodo di vita che ogni uomo è chiamato ad affrontare: capire chi si è e che strada prendere.

Voto: 9

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