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Gnade

Regia di Matthias Glasner vedi scheda film

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La recensione su Gnade

di alan smithee
8 stelle

La scelta anticonvenzionale di vivere in capo al mondo per salvaguardare la famiglia. Poi il dubbio di averne rovinato una, al contrario loro, felice. Un tragitto di coppia che si guadagna l'espiazione dopo un controverso percorso di maturazione di responsabilità. Grande regia e stile di racconto che fa emergere il meraviglioso cineasta Glasner.

Una coppia alla deriva per la distanza che li separa, decidono di trasferirsi a vivere presso la città natale di lui, quasi al Polo Nord, per cercare di rimettere assieme gli scampoli di una famiglia che prevede anche un figlio sui dodici anni.

Questo non impedisce a Neils di farsi un'amante, mentre la moglie Maria, infermiera nell'ospedale del luogo, approfitta del lungo periodo di totale buio (la notte polare di circa due mesi) per dedicarsi ad una paziende giovane ridotta ad una vita vegetativa.

Rientrando a casa nel buio perenne, la donna in macchina ha un incidente in cui la sua vettura sbanda ed urta qualcosa di indefinito. Scioccata la donna rientra a casa, racconta l'accaduto al marito, e costui, nel rifare il tratto di strada indietro per accertare la dinamica dei fatti, non scorge nessun danno a cose o persone.

La mattina dopo i giornali comunicano la morte per investimento di una ragazzina mentre faceva ritorno a casa da una festa.

Tra i coniugi, coppia sino a quel momento non troppo bene assortita quanto ad intesa e convivenza, pertanto si intromette un segreto cruciale che nessuno dei due sa bene come gestire: un dubbio angosciante che se da un lato li devasta interiormente, dall'altro nella tragicità dei fatti, li unisce e riesce a rinsaldarne il legame di coppia.

Gnade, ovvero la "grazia", sarà l'unica soluzione possibile per ritrovare la dignità interiore e ripulire la coscenza in seguito ad un episodio probabile, una tragedia di cui nessuno mai scoprirà l'esatta dinamica.

Folgorante dramma familiare che sonda con potenza all'interno di coscienze perennemente inquinate da volontà che prevaricano le intenzioni, Gnade è uno splendido film in cui l'ottimo regista tedesco Matthias Glasner ci conduce entro un doloroso percorso di espiazione che solo alla fine, grazie ad un perdono non dichiarato ma esibito nei dettagli, riesce a liberare le cosceinze restituendo dignità alla coppia.

Un film potente girato nel contesto di uno dei luoghi più impervi ma affascinanti del mondo, che la sapiente ripresa aerea introduttiva  riesce a immortalare in tutti i suoi incredibili dettagli come da un astronave in procinto di atterrare su un pianeta abitato ma sino ad ora inesplorato. 

E senza rimanere mai e per nulla intrappolato in falsi incanti paesaggistici inutilmente evocativi e simbolici.

Un film che non si accontenta di restare ancorato entro le trincee di un rapporto di coppia, ma che sa al contrario sondare altre inquietudini e altre coscenze, come la problematica morale del figlio teenagers della coppia, diviso tra l'accogliere i richiami del branco teso ad offendere ed umiliare chi non si uniforma, o invece accogliere la via della tolleranza che la propria conscenza personale gli suggerisce.

Ottimi i protagonisti, tra cui riconosciamo il tormentato Jurgen Vogel, già interprete affezionato di Glasner.

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