Regia di David Trueba vedi scheda film
Piccolo, eccellente “Carnage” in versione ispana nel quale Trueba scava senza remore nei meandri più reconditi delle anime dei suoi due personaggi.
Strana la vita e ancor più strano il mondo dell'arte. David Trueba realizzò, giovanissimo nell'ormai lontano 2002, l'imperfetto seppur interessante “Soldados de salamina”, un dramma ambientato negli anni della guerra civile spagnola che fece parlare moltissimo di se in patria, con quintali d'incenso bruciati in suo favore. Tre anni fa ha invece scritto e diretto “La vita è facile ad occhi chiusi”, road-movie strapremiato ben oltre i meriti che la pellicola oggettivamente possiede. Nel mezzo v'è stato -tra gli altri- questo “Madrid, 1987”, minuscolo film al chiuso di una sola stanza (letteralmente, da bagno per di più) nel quale il regista madrilegno scava senza pietà nei meandri più reconditi dell'anima umana, dando vita ad un “Carnage” in salsa ispana non meno sapido di quello più celebre, di Polanski, che uscirà peraltro solo pochi mesi più tardi. E con il merito aggiunto di tenere viva la pellicola con due soli attori anziché quattro. Eppure il film, il migliore di Trueba seppur certamente non il più pingue in termini di glamour, è passato del tutto inosservato. E questa è la stranezza cui faceva riferimento la mia frase di apertura. Da (ri)scoprire.
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