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Snack bar blues

Regia di Dennis Hopper vedi scheda film

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La recensione su Snack bar blues

di Mulligan71
7 stelle

La definizione di "oggetto di culto" è, a volte, un po' abusata. Per questo film del regista di "Easy Rider", ne è la seconda pelle. Oggetto filmico quasi invisibile, nato e cresciuto, secondo Hopper, come una sorta di seguito del suo esordio capolavoro, fu presentato in concorso a Cannes, nel 1980, ebbe qualche apprezzamento ma venne affossato dalla casa distributrice, sparendo presto dalla circolazione. Hopper arrivava dall'anfetaminica esperienza di "Apocalypse Now" e il suo personaggio in "Out Of The Blue", pare più un allucinato reduce di guerra, perennemente sbronzo e sopra le righe, che un padre di famiglia della provincia canadese (proiettata sull'America), che ha la vita sconvolta da un tremendo incidente stradale, dove, ubriaco, travolge, con un il suo tir, uno scuolabus. Uscito di prigione, deve affrontare la ribellione della figlia Cindy (o CeBe), prodotto di quella generazione cantata in "Easy Rider", ma orfana di tutto, dalla presenza di Elvis, morto da poco, di cui è invaghita alla follia, di un padre carismatico ma fuori controllo e di una madre presente, ma eroinomane. Un ritratto a tinte forti di uno smarrimento storico e sociale, in cui Hopper inserisce, molto bene, la musica punk, che proprio in quegli anni accendeva la ribellione giovanile, e la violenza che regna un po' in ogni luogo. Cindy, una bravissima Linda Manz, di cui si perderanno le tracce, è il fulcro del racconto, con la sua rabbia costante, elettrica come un pezzo dei Sex Pistols, che rifiuta in toto la società che la circonda, ferocemente maschilista, dalla scuola fino alla famiglia. Un film solo a tratti riuscito, specialmente quando Hopper pedina la ragazzina nel suo peregrinaggio cittadino, catturando da par suo i paesaggi e le luci: Hopper rimane un maestro in questo. Nonostante le lacune, è però opera filmica vibrante ed esplosiva, che racconta bene cos'era l'America in quel periodo. Siamo lontani dalla visionarietà di "Easy Rider", ma i tempi erano decisamente diversi, anche per Dennis Hopper. Musiche molto belle, con l'omonima canzone di Neil Young a straziare i cuori. Da recuperare.

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