Regia di Mario Baffico vedi scheda film
Durante la guerra Anna si innamora di Gino, soldato, che deve partire per il fronte. Il ragazzo scompare per lungo tempo e lei decide di accettare la corte di un altro. Poi, colpo di scena: un commilitone di Gino torna ad avvertire Anna della sua morte.
Ingenuo, un po' pretestuoso nella costruzione narrativa e con un finale ottimista a oltranza, Ogni giorno è domenica è uno dei rari esemplari a noi pervenuti di cinema di Salò – o, meglio ancora, della Giudecca, l'isola veneziana sulla quale il regime fascista aveva stabilito il nuovo cinevillaggio, una volta presa dagli alleati Cinecittà. Non si tratta a ogni modo di un brutto lavoro in sé: esteticamente ben rifinito e diretto con mano sufficientemente salda da un valido mestierante dell'epoca, Mario Baffico, il film ruota tutto attorno a valori positivi in linea con la morale mussoliniana, senza però scadere in eccessi di retorica (chiudendo un occhio per il già citato finale, certo poco fantasioso). La sceneggiatura è firmata da Gianni Calvi e Michelangelo Muraro, tra gli interpreti Giiuliana Pinelli, Roberto Bossi (francamente piuttosto inespressivo), Emilio Baldanello, Olga Solbelli, Silvio Bagolini ed Erminio Spalla. Settanta minuti di durata, circa: non tantissimi, certo sufficienti per l'epoca, a tratti – nella prima parte soprattutto, quando la storia va costruendosi – perfino troppi. 3,5/10.
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