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Poongsan

Regia di Juhn Jai-hong vedi scheda film

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La recensione su Poongsan

di nickoftime
8 stelle

“Da che parte stai?”: è questa la domanda che gli agenti governativi rivolgono al ragazzo che si prende gioco di loro, eludendo l’embargo tra le due nazioni.  Un interrogativo apparentemente scontato in una geopolitica costruita sulla contrapposizione storico culturale delle due Coree, ma funzionale al fascino misterioso di un personaggio a metà strada tra il dinamismo di un manga giapponese sul modello di Akira, di cui ricalca il look monotematico e la politica della motocicletta, ed un esistenzialismo tout court espresso sul piano pratico da un assoluta laconicità (l’unico suono che uscirà dalla sua voce sarà un urlo di disperazione lacerante). In realtà “Poongsan”, poggiando su un plot che si divide tra elementi del cinema d’azione– la trama è piena di rapimenti, catture e missioni da ultimo minuto – e quello sentimentale – in fondo è l’innamoramento dell’eroe nei confronti della ragazza in pericolo che fa evolvere la vicenda – assume con il passare dei minuti le sembianze di  una parabola esistenziale in cui l’amore, seppure complicato da una serie di impedimenti causati dallo scontro fisico e verbale  tra le due fazioni rimane l’unica opportunità per dare senso alla vita. Ed è in questa direzione che il film costruisce una poetica fatta di scatti rubati alla stoltezza del mondo – le foto della ragazza scattate di nascosto per rendere eterna la tregua di quel momento – e di condivisione così totale – quella del giovane nei confronti della donna amata ma anche verso le famiglie separate che lui aiuta seppur temporanemanente a rimettere insieme – da arrivare persino al sacrificio finale. Uno afflato destinato a diventare la misura delle cose ed a segnare la differenza che distingue i due innamorati, disposti a morire uno per l'altro, da coloro che li perseguitano, degli accoliti legittimati dal potere e disposti ad ammazzarsi per la conservazione di uno status quo di cui conoscono a malapena le ragioni.

 

Scritto e prodotto da Kim Ki Duk, di cui si sente la mano soprattutto nella caratterizzazione di personaggi alieni per comportamenti e purezza di sguardo, “Poonsang” è girato con una sobrietà che rispecchia il modus vivendi del protagonista, e riesce a comunicare il suo credo senza appesantire una fruibilità che rimane sempre leggera, anche quando nell’epilogo un po’ troppo allungato è capace di regalarci un commiato finale che fa vibrare il cuore, con il protagonista fissato per sempre in una corsa a perdifiato lungo l’ennesimo filo spinato, simbolo di una separazione che nell’inquadratura conclusiva, con le due colombe strette in un unico volo, diventa la sublimazione di un unione eterna ed insieme speranza del tempo che verrà.Per chi scrive Poongsan è il vincitore morale dell'edizione del festival di Roma 2011

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