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Woman

Regia di Lucky McKee vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Woman

di alan smithee
6 stelle

Una selvaggia vagante nei boschi viene catturata da un apparentemente irreprensibile padre di famiglia:che tuttavia sbarella e devia i suoi iniziali intenti civico-mutualistici verso un comportamento da sadico aguzzino prevaricatore:con buona pace del figlio, suo ideale e forsennato discepolo, e sconquasso totale da parte del residuo familiare.

Se siete poco propensi ad affrontare le situazioni scabrose ed irritanti, se vi ha dato fastidio l’interpretazione (per me meravigliosa e da Oscar!!!) di Jennifer Jason Leigh nei panni, adeguatamente insanguinati di una Daisy Domergue dai denti spezzati e per questo aguzzi come quelli di una fiera, forse vi conviene lasciar perdere questo film: che irrita, sconcerta, non tanto per la dinamica dell’azione (e dell’orrore che ne consegue), ma piuttosto per l’atteggiamento scostante, sopra le righe fino alla più totale improbabilità, del nostro protagonista fuori di testa: un “buon” padre di famiglia dell’America che si fa da sé, immobiliarista tutto casa e famiglia, che scopre un bel giorno, andando a caccia, che tra i boschi si annida una creatura umana relegata allo stadio di una selvaggia; pertanto l’uomo decide di darle la caccia, di catturarla e di legarla ed immobilizzarla nel proprio scantinato adiacente al parco che cinge la villetta prefabbricata in stile United States.

L’intento dell’uomo, almeno all’inizio della vicenda? Civilizzare la creatura e restituirla alla civiltà.

Peccato che la situazione, al limite del surreale, gli scappi di mano e precipiti ai livelli di una mattanza che non esclude nessuno dei suoi turbati e problematici familiari (moglie succube, figlia segretamente incinta, magari proprio del padre che la tratta come una insignificante poco di buono, figlio con tendenze sadiche pronte ad essere coltivate e solleticate) e pure altri individui che hanno la sventura di incrociare quelle strade della follia e dell’orrore senza fine.

Situazioni insostenibili, tipo quando la selvaggia tronca di netto il dito al protagonista e questi si limita a bendarsi, ostentando la circostanza come un trofeo di cui andar fieri, o il fatto di tener così poco celata la scoperta da parte del folle padre di famiglia, che si apre nel suo segreto al resto delal famiglia, con esisti devastanti, non distruggono tuttavia ma anzi contribuiscono ad accentuare l’interesse verso questa follia di un orrore che si annida addentro la normale quotidianità ed insospettabilità di cittadini apparentemente qualunque.

Eticamente lo svolgimento del film ricorda un po’ la situazione, invero ancora più al limite, del molto più bello e riuscito Miss Zombie dell’ottimo cineasta giapponese Tanaka, ma comunque The Woman mette in risalto un regista, Lucky Mckee, che, nemmeno cinematograficamente, risulta nato ieri, ed anzi merita di essere riscoperto in tutti i suoi lavori precedenti.

Nel cast, valido e realmente inquietante, Angela Bettis, nel ruolo della moglie sottomessa e succube del folle marito, è l’unica davvero conosciuta, e forse anche la più brava tra tutti: di tempo ne è passato dai suoi ruoli giovanili come nello zeffirelliano valido Storia di una capinera, ma la Bettis rimane una bravissima attrice, espressiva e dallo sguardo perfetto per rendere il disagio e l’incapacità di poter esprimere le proprie condivisibili ansie e paure.

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