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Red Lights

Regia di Rodrigo Cortés vedi scheda film

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La recensione su Red Lights

di marcopolo30
4 stelle

Ottimo lo spunto di partenza ed eccellente il cast, Robertone De Niro primo fra tutti. Non si può però dire lo stesso su come il tema sia stato poi svolto, appesantito da troppi eventi inutili all'economia del racconto e da un finale nel quale l'autore bara senza ritegno.

Ricordo che anni fa, all'uscita di “Red Lights” nei cinema, un amico che lo aveva già vistoin sala mi disse: “Se ti è piaciuto “Buried - Sepolto” allora ti piacerà senz'altro anche “Red Lights”. Sbagliato. Sebbene siano entrambi opera del medesimo regista, il giovane Spagnolo Rodrigo Cortés, ben poco accomuna secondo me le due pellicole. Tanto “Buried” era minimalista e giocava con pochissimi elementi ed un'unica microscopica location, quanto questo “Red Lights” è bulimico nell'offrire allo spettatore una pietanza cinematografica straordinariamente ed eccessivamente multistratica. Tanto “Buried” era compatto nelle sue tempistiche della suspance, quanto “Red Lights” risulta invece sfilacciato nello svolgimento. Tanto la vicenda del personaggio (uno di numero) di “Buried” ti prendeva al punto da portarti empaticamente a soffrire per e con lui, quanto “Red Lights” è popolato da personaggi le cui sorti solleticano ben poco l'interesse dello spettatore. Insomma: nulle le assonanze. Certo Cortés è bravo anche in questa circostanza a creare un soggetto molto intressante che ruota attorno all'eterno duello scienza vs paranormale, e a portare poi avanti il tutto a un ritmo che non conosce momenti di stanca. Può inoltre contare su un cast di prim'ordine, Robertone De Niro su tutti, a cui viene peraltro affidato un ruolo, quello di non vedente e divo del paranormale, perfetto per il suo innato istrionismo, più Sigourney Weaver e un Cillian Murphy davvero in palla. Il problema è però che dopo un buon avvio la storia si perde, diluendosi tra eventi del tutto inutili all'economia del racconto e colpi di scena che, oltre a puzzare di posticcio a un chilometro di distanza, finiscono col rendere, col senno di poi, del tutto privi di senso alcuni degli avvenimenti narrati in precedenza. E questo a casa mia si chiama barare. Le Luci Rosse del titolo, si osservi, non sono un riferimento ai famosi quartieri con sesso a pagamento in vetrina presenti in diverse città germaniche, ma quanto -in slang- a quelle persone che, al soldo del paranormal-showman di turno, si mischiano tra il pubblico in platea con l'obiettivo di selezionare e segnalare i “polli” al suddetto paragnosta, il quale poi sceglierà “casualmente” proprio questi per dar prova dei propri poteri.

 

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