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Emotivi anonimi

Regia di Jean-Pierre Améris vedi scheda film

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La recensione su Emotivi anonimi

di supadany
8 stelle

Un’altra piccola e gradevole commedia francese che conferma, per l’ennesima volta, come i nostri cugini d’Oltralpe ci abbiano da tempo sorpassato in questo campo e visto che lo sfondo, e non solo, è riempito dagli affetti e dalla cioccolata il paragone con il nostrano “Lezioni di cioccolato” balza subito all’occhio ed è pure impietoso.

Angelique (Isabelle Carrè) e Jean-Renè (Benoit Poelvoorde) sono due persone tremendamente emotive e quando per lavoro si ritrovano a stretto contatto diretto, manifesteranno vicendevolmente tutte le loro difficoltà di relazionarsi.

In fondo si piacciono, ma faticano ad esporsi, mentre Angelique manifesta tutta la sua abilità nel produrre cioccolata di qualità cercando di portare fuori dalle secche della crisi l’azienda di Jean-Renè.

 

 

Solitamente non sono incline ad apprezzare pellicole di così breve durata, in questo caso appena 71 minuti, ma devo dire che questa è la classica eccezione che conferma la regola.

Infatti da un lato il film mi ha soddisfatto (e ad un certo punto anche “riempito”, vedi per esempio il confronto definitivo di fronte al gruppo di “emotivi anonimi”), dall’altro non tirare per le lunghe le difficoltà comunicative e relazionali dei due protagonisti mi è sembrata un’altra scelta apprezzabile.

Si affronta il sentimento più sano del mondo, ovvero l’amore, portandolo a contatto con profonde difficoltà relazionali come gli attacchi di panico, sempre con un certo tatto, ma non disdegnando affatto di proporre situazioni anche buffe (certo visto da fuori viene più facile (sor)riderci sopra, ma i due personaggi sono presentati in maniera positiva).

Così Angelique quando sente l’attenzione incentrata su di se sviene e quando deve comunicare i propri pensieri tende ad essere troppo precipitosa (sa di essere una frana in questo), mentre a Jean-Renè basta la semplice idea del contatto fisico per cadere in tremenda difficoltà, tanto più se ha a che fare con una donna (il suo motto è non correre rischi di alcun tipo, insomma tirare a campare) e cominciare a sudare (tanto da girare con camicie di ricambio e darsela a gambe levate quando le ha finite tutte).

Ovviamente il buon esito dell’operazione è garantito anche, per non dire soprattutto, dalla coppia d’interpreti, la Carrè riesce a fornire sfumature stimolanti al suo personaggio (con quei due occhi così pieni), mentre Benoit Poelvoorde propone un’ampia gamma di espressioni facciali.

Un film dunque da un lato semplice, ma contemporaneamente condito con genuina attenzione, con un messaggio dolce e che anche sul finale non rinnega il percorso costruito in precedenza chiudendosi bene (come la commedia romantica vuole), ma con quell’accezione che lo impreziosisce.

Inebriante.

 

Jean-Pierre Améris

Riesce a creare un equilibrio molto gradevole aiutato anche da due interpreti doc.

Ma senza la giusta misura anche loro avrebbero avuto maggiori difficoltà ad esprimersi su livelli così alti.

Convincente.

Benoît Poelvoorde

Si esprime su livelli ancora più alti della sua già ragguardevole media stilistica.

Mimica facciale ricca, riesce a dare grande rilievo al "mondo" interiore del suo personaggio.

Molto bravo.

Isabelle Carré

Emotivamente straordinaria.

Lorella Cravotta

Interpreta una delle signore della fabbrica di cioccolato.

Volto appropriato.

Lise Lamétrie

Sufficiente.

Swann Arlaud

Nei panni di uno dei giovani cioccolatai.

Sufficiente.

Pierre Niney

Nei panni di uno dei giovani cioccolatai.

Sufficiente.

Stéphan Wojtowicz

Nei panni dello psicologo che segue il caso di Jean-Renè.

Pertinente.

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