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Il mondo nelle mie braccia

Regia di Rauol Walsh vedi scheda film

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La recensione su Il mondo nelle mie braccia

di cherubino
7 stelle

Tre ore prima di rivederlo, ne ho un bel ricordo. Gregory Peck ed Anthony Quinn giovani ... e la deliziosa, almeno per me, Ann Blyth in un film diretto da Walsh, ancora non recensito. *** ? A mezzanotte è in Tv (La7). Se, passati quasi sessant'anni, qualcosa sarà cambiato, ve lo segnalerò. Ore 2,30, l'ho rivisto: Il film vale di più.

IL MONDO NELLE MIE BRACCIA (1952)

 

Non posso certo lasciarmelo sfuggire, fra poche ore inTv (La7), questo film dei primi anni '50 che non ha ancora una recensione. Ricordo bene che lo vidi parecchio tempo dopo, quando avevo già 16 o 17 anni.

Ann Blyth era in quel periodo ancora un'attrice piuttosto nota.

La ricordo in "Forza bruta" con Burt Lancaster, in "I fratelli senza paura" (accanto a Robert Taylor e Stewart Granger) e in "Il grande Caruso" dove - lo apprendo solo ora - era lei a cantare (insieme a Mario Lanza): "nasceva" infatti come valida cantante lirica. Una carriera abbastanza breve la sua (abbandonò infatti nel 1957 e si mise a far figli, cinque) ma non trascurabile.

Per me, soprattutto un viso assai particolare, perchè era irlandese ma aveva nei lineamenti non poco di orientaleggiante,  elemento che mi ha sempre attratto. Infatti, ora che mi sovviene, l'avevo vista anche in "La calata dei mongoli" (con David Farrar, film di George Sherman che non ho trovato nel database, neppure col titolo originale "The Golden Horde"). E nel 1947 (quando aveva 19 anni; ed ora è prossima agli 89) aveva anche interpretato ("penso" di averlo visto) "Il sorriso della Gioconda", credo per la somiglianza, che a me sembra evidente; il titolo originale però non fa riferimento al famoso dipinto: "A woman's Vengeance". Altro film - con Charles Boyer, diretto da Zoltan Korda - che attende una recensione. Ma nel database questo c'è.

Insomma, avrete capito che ho un debole per Ann Blyth, non parliamone più.

 

 

 

Degli altri due principali interpreti, il protagonista Gregory Peck ed Anthony Quinn come spesso gli capitò antagonista, credo non valga la pena spendere molte parole: due "grandissimi" dello schermo, che abbiamo tutti nel cuore.

 

 

 

E non è da meno il regista di questo poco visto film d'avventura: Raoul Walsh. Dunque, al di là del mio ricordo vago, mi son detto, è di sicuro un film da rivedere. Senza grandi aspettative ma... i "fondamentali" ci sono tutti.

E anche gli attori di contorno non possono che essere validi, come accadeva regolarmente a quei tempi. Tra essi, per esempio, uno di quelli che nessuno può dimenticare: John McIntire, che apparve per la prima volta sullo schermo quando aveva già quarant'anni ma diventò una delle icone massime del genere western e la rimase per altrettanti. Ve lo ricorderete tutti, se non altro, diretto da Eastwood in "Honkytonk Man" (1982)".

 

 

(regia di Raoul Walsh, stesso anno 1952)

 

 

John McIntire, Kyle Eastwood

Honkytonk Man (1983): John McIntire, Kyle Eastwood

 

(regia di Clint Eastwood, 1982)

 

 

Veniamo dunque al film.

"World in his arms" è un film d'avventura, in gran parte "sul mare", che si sviluppa prendendo le mosse da una vicenda sentimentale: una duchessa russa (anche questa volta le sembianze della Blyth fanno sì che venga scelta per il ruolo) non accetta per sposo un uomo (un principe) che non ama. Figurarsi se si adatterà all'idea quando avrà conosciuto l'affascinante capitano Clark, alias un Gregory Peck di 36 anni e dunque al massimo della forma, che naturalmente non tarderà ad innamorarsi di lei, che allora significava chiederle la mano. Il principe però non la prenderà persa.

Ma le vicende "d'amore" non occupano, in termini di tempo dedicatovi, la gran parte della pellicola. Per lo più Walsh ci offre, con i romantici accesi toni del Technicolor del '52, lo spettacolo della competizione in mare fra la nave del bel capitano e quella del suo pericoloso rivale (non riguardo la duchessa) detto "il Messicano": naturalmente Quinn.

Fino all'atteso finale che tutti gli spettatori dei primi anni cinquanta pretendevano e non si poteva loro negare.

Un'ora e tre quarti piacevole anche oggi, a mio parere, se già sapete cosa vi aspetta o comunque amate rituffarvi talora nelle atmosfere del cinema di quasi settant'anni fa: ingenuità e "difetti" di quei tempi, se li vedete con l'animo giusto, potranno apparirvi pregi. Se poi amate ancora gli interpreti, non potete mancare di rivederl sullo schermo nel pieno della loro bella giovinezza.

Tre stelle. Quella mezza stella in più che apre l'area positiva... mi piacerebbe che la desse qualcuno di voi. Io, di fronte a questi film, fatico ad essere imparziale, ma talvolta tento.

cherubino,

23.6.17 ore 20 e 45

 

Post scriptum:

Effettivamente ne avevo un ricordo assai sbiadito. E' esplicitamente un film "per ragazzi": divertimento, ritmo, scazzottate, mai una scena davvero cruenta però. Neppure nella "resa dei conti" finale, bastone contro spada, tra il capitano e il "cattivo" (il principe Simeone). Cautela che appare talora addirittura eccessiva. Vengono in mente più i film nostrani di vent'anni dopo con la coppia Hill/Spencer che non i classici d'avventura dell'epoca, tipo "Il corsaro dell'isola verde" e "Scararamouche", ambedue coevi.

Divertissement di alto livello, comunque.

Anche se... la spettacolare cattura delle foche, che non rammentavo, pur presentata - nella seconda parte del film - senza violenze su quegli animali e tentandone una specie di "giustificazione" (secondo cui si asseconderebbe la natura), resta, con la sensibilità attuale, un tema che lascia l'amaro in bocca.

In ogni caso, mi sento di consigliare la visione di questa pellicola "troppo" dimenticata (solo 17 voti; e tra questi neppure una FIRMA, a parte Rivista Film Tv. E solo tre dei tanti coutenti che seguo).

Penso che il giudizio su di essa non possa che essere "nell'area positiva" e pertanto lo modifico: non meno di 3 stelle mezza (senza largheggiare).

cherubino

24.6.17 ore 10,30

 

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La recensione precedente (JIM L'IRRESISTIBILE DETECTIVE) del 14.6.17

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