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Non dirlo a nessuno

Regia di Guillaume Canet vedi scheda film

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La recensione su Non dirlo a nessuno

di degoffro
6 stelle

Sorprende a metà il polar/melò diretto dall’attore Guillaume Canet, al suo secondo film da regista dopo “Mon idole” e qui anche interprete del viscido ruolo di Philippe Neuville. Alexandre Beck e sua moglie Margo sono felici ed affiatati. In coppia da quando erano ragazzini, decidono di passare un week-end nella casa di famiglia al lago. Atmosfera rilassata e serena, un nuovo segno inciso sull’albero, sotto il disegno del cuore del loro amore con le iniziali dei nomi, a ricordare gli anni trascorsi dal primo bacio, un bagno nudi nel lago. Poi di notte un improvviso urlo di Margo che cerca di liberarsi dall’assalto di qualcuno. Alexandre cerca di raggiungerla ma viene colpito e buttato in acqua. Il cadavere di Margo viene riconosciuto dal padre della donna, commissario di polizia. L’omicidio viene attribuito ad un serial killer che operava nella zona: le modalità sembrano le stesse. 8 anni dopo Alex ha ripreso il suo lavoro da pediatra ma non ha dimenticato Margo. Due cadaveri di uomini bianchi ancora da identificare vengono ritrovati vicino al lago. La polizia, che in passato aveva anche sospettato di Alex per l’omicidio della moglie (l’uomo infatti era stato trovato svenuto sul pontile, una telefonata anonima aveva avvisato l’ambulanza e non si era mai spiegato come Alex avesse potuto salire sul pontile da solo se veramente privo di sensi) torna a farsi viva e chiede nuovamente il conto al pediatra. Alex nel frattempo riceve una misteriosa ed anonima mail che gli ricorda l’anniversario della scomparsa di Margo e lo indirizza ad un sito contenente un video in cui appare Margo. La mail gli dà anche appuntamento per il giorno successivo con un avviso: “Ci sorvegliano. Non dirlo a nessuno!” Tratto dall’omonimo, piacevole, romanzo di Harlan Coben (la trama in buona sostanza è identica se si esclude il fatto che il libro è ambientato a New York, il protagonista è molto più giovane – nel romanzo ha infatti 25 anni – sua sorella è maggiore e con la compagna ha adottato un bimbo, nel concitato finale inoltre ci sono alcune variazioni tra cui l'identità dell'assassino), sceneggiato dal regista con Philippe Lefebvre “Non dirlo a nessuno” è il classico intreccio hitchcockiano incentrato su un uomo innocente inseguito e perseguitato da tutti (polizia e criminali), costretto a dimostrare la propria innocenza. Per i primi 100 minuti lo spettacolo è formidabile ed esemplare, nonostante qualche passaggio in sceneggiatura non del tutto convincente che purtroppo troverà conferma nel finale. Canet, con una messa in scena sobria e sicura, gestisce con brillantezza una storia tesa, complessa ed avvincente, dalle molteplici sottotrame e sviluppi, disseminata di falsi indizi e di piste fuorvianti, con continui rimandi tra passato e presente e ripetuti flashback a raccontare ciò che è già successo in una intrigante e fascinosa costruzione a tasselli che progressivamente vengono a ricomporsi, realizza un paio di sequenze dal notevole impatto visivo (su tutte un lungo inseguimento a piedi per le strade di Parigi che si conclude in un cassonetto della spazzatura, degno del miglior Friedkin, ma ottima anche la scena in cui nei ricordi di Alex le immagini del matrimonio e del funerale della moglie si alternano in un montaggio di avvolgente fluidità), si appoggia a personaggi ben tratteggiati, dirige con disinvoltura e maestria un cast da urlo. Oltre all’ottimo François Cluzet, praticamente un sosia di Dustin Hoffman, si segnalano in piccoli ma significativi ruoli André Dussollier, Kristin Scott-Thomas, semplicemente magnifica, Nathalie Baye, quasi irriconoscibile ma sempre straordinaria nei panni dell’avvocato di grido, Jean Rochefort e Olivier Marchal, ormai marchio di garanzia per il genere. Purtroppo, come spesso capita, quando si devono tirare le fila del discorso, il film si inceppa. La lunga spiegazione finale dell’intreccio è infatti troppo didascalica e arzigogolata, tirata per i capelli, nonché a forte rischio improbabilità con un susseguirsi di informazioni e particolari eccessivo ed inutilmente denso (forse era opportuno sfrondare la materia narrativa, sulla pagina scritta, infatti, le trame complesse si risolvono meglio che al cinema). A poco serve il colpo di scena finale che ribalta in parte la prospettiva del racconto, analogamente a quanto peraltro avveniva nel romanzo. Così la componente melò, sempre presente ma tenuta saggiamente sotto traccia per tutto il film (in colonna sonora c’è anche “With or witout you” nella bella sequenza dell’internet point), esplode in una conclusione non brutta ma prevedibile e oltre modo facile. Canet in ogni caso ha talento e grinta: con un copione più essenziale potrebbe fare faville. 9 nomination ai César 2007 e vittoria per protagonista, regia, montaggio e musiche (le altre candidature sono andate al film, a Dussollier come non protagonista, a sceneggiatura, fotografia e suono). Ottimo il riscontro di pubblico in Francia con oltre 3 milioni di spettatori nelle sale, ma il film ha incassato bene anche negli Stati Uniti con più di 6 milioni di dollari. Sembra infatti perfetto per un remake americano e mi stupivo che non fosse stato ancora realizzato. Imdb.com mi ha risposto puntualmente: il rifacimento è previsto per il 2012 forse con la regia di Ben Affleck.

Voto: 6 e mezzo.

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